Certo, sono di parte: ho visto centinaia di volte la scena dell’ultimo ballo del film “Dirty Dancing”, quando Jonny torna inaspettatamente al villaggio turistico “Da Kllerman”, il resort per famiglie dove lavora come ballerino e dove ha incontrato, e amato, Baby, una delle due sorelle Houseman: arriva proprio durante la loro festa di fine soggiorno. Invita Baby sul palco e insieme vivono la loro passione e amore trasformandola in una danza che riflette perfettamente i loro sentimenti, senza tuttavia violare esplicitamente i codici del buon costume e il decoro, del moralismo e la chiusura, codici che proprio in quegli anni, Sessanta, stavano in America subendo una crisi (Matin Luter King, la richiesta di maggiori diritti per i neri, le donne e le classi meno agiate, le nuove mode, i nuovi usi e costumi meno rigidi che si facevano sempre più strada fra le persone…).
Una danza liberatoria che colpisce e rapisce in video, e che ha emozionato forse ancora di più dal vivo, in teatro, durante la versione di “Dirty Dancing” ora in scena al Teatro Nazionale fino al 18 settembre: una produzione italo-inglese (Wizard Productions srl, La Contrada – Teatro Stabile di Trieste, Joye Entertainment e Karl Sydow in associazione con Lionsgate e Magic Hour Productions) che ha debuttato il 1 settembre 2011 al teatro Hippodrome di Bristol per la regia di Eleanor Berstein: scene e costumi che cambiano continuamente, la musica suonata e cantata dal vivo, per un cast di esperti attori, musicisti, oltre ai costumisti, parrucchieri, e light designers, hanno dato origine ad una serata che ha saputo riproporre esattamente lo spirito e lo stile del musical, genere che in Italia non ha mai avuto una alta considerazione come genere di spettacolo: partecipazione del pubblico, e fedeltà assoluta all’opera originaria, hanno saputo creare una serata di autentico spettacolo leggero, che proprio per questo suo essere vicino a tutti e senza pretese intellettuali troppo sofisticate, deve anche convincere perfettamente dal punto di vista tecnico.Drty Dancing arriva in Italia grazie alla volontà dei produttori del musical “Sugar – A qualcuno piace caldo”, di Bananas srl (produttori di “Zelig”), di Enrico Porreca (produttore, tra gli altri, di Ennio Morricone e Angelo Pintus) e DECO’ (società responsabile dell’organizzazione generale delle esibizioni live di Zelig legate alla registrazione del programma televisivo), che insieme hanno dato vita alla Wizard Productions srl, società che, in collaborazione con La Contrada – Teatro Stabile di Trieste, ha acquisito, in esclusiva per l’Italia, i diritti dello spettacolo Dirty Dancing nella versione originale attualmente in scena in Inghilterra, firmata dalla stessa ideatrice del film, l’americana Eleanor Bergstein. Sara Santostasi nel ruolo di Baby e Gabrio Gentikini come Jhonny guidano un cast tutto italiano di attori e musicisti, per una produzione internazionale che, forse, potrà aiutare a far crollare finalmente il pregiudizio italiano soprattutto della critica nei confronti del Musical. www.dirtydancingmilano.it