Io sono un antigrillino.
Antigrillino significa che sono profondamente contrario e critico verso il Movimento Cinque Stelle, i suoi metodi, le sue idee, la sua mentalità. Lo ritengo inutile e a volte anche pericoloso per il nostro Paese. Diversamente da me, Fedez simpatizza da molto tempo per il Movimento. Fedez, nome d’arte di Federico Lucia, è un rapper milanese. Il suo successo è esploso a partire negli ultimi due anni, le sue canzoni sono diventate famose e popolari. Chi ha ascoltato anche superficialmente i suoi testi, può intuire una certa vicinanza con le tematiche e le idee del M5S. A scanso di equivoci, lui stesso ha più volte esternato di aver votato per il partito di Grillo: lo ha fatto in alcune interviste nel giugno del 2013 e lo ha ribadito in occasione delle europee.
In coerenza con questo percorso, in occasione del raduno al Circo Massimo, ha deciso di comporre e scrivere l’inno del movimento. E’ un testo che riprende in buona parte la retorica grillina, (“Milioni di elettori addormentati per vent’anni davanti ai televisori” o “In Parlamento non c’è spazio per i disonesti, sono già al completo“) nulla di nuovo per chi conosce le loro frasi e le loro dichiarazioni. La nostra politica ha una lunga tradizione di cantanti schierati, non c’è niente di male, fa parte del gioco. Fedez non è un’autorità pubblica, non ha il dovere di essere imparziale o superpartes.
Ma da quando ha scritto quest’inno, il Pd ha deciso di fargli la guerra. Stefano Pedica, ex senatore dipietrista, attualmente membro della direzione regionale del partito di Renzi, lo ha accusato di vilipendio al presidente della Repubblica. Il vilipendio sarebbe nella frase: “Caro Napolitano te lo dico con il cuore, o vai a testimoniare oppure passa il testimone“. Dove sarebbe il vilipendio signor Pedica? Il vilipendio è l’offesa, non certo la semplice critica. Anzi a differenza di altri, almeno non apostrofa il povero Napolitano come un mafioso o come il responsabile della trattativa Stato-mafia. In questi giorni si è sentito di peggio, basti pensare alle sparate di Sabina Guzzanti e Carlo Sibilia.
Ma non finisce qui. Perché i due deputati Federico Gelli ed Ernesto Magorno (sempre del Partito Democratico) hanno chiesto a Sky di prendere posizione sullo schieramento del rapper, giudice a X Factor, perché avrebbe danneggiato l’imparzialità della televisione satellitare. Il concetto di imparzialità di una televisione privata è così ridicolo che non andrebbe neanche commentato. Anche perché Fedez fa il giurato in un talent, non gestisce certo l’informazione o il telegiornale.
La sensazione è che si attacchi Fedez, solo perché ha scritto l’inno del partito avversario. Un modo d’agire autolesionista e senza logica, che permette a Beppe Grillo di strillare alla censura, a tentativi di intidimazione e imbavagliamento. Proprio a quel Grillo che ha messo e continua a mettere alla pubblica gogna, chi osa criticarlo. Il richiamo all’imparzialità poi ha un sinistro richiamo all’editto bulgaro con cui Berlusconi cacciò Enzo Biagi dalla Rai. Erano altri tempi, Fedez non è Biagi, Gelli e Magorno non sono Berlusconi. Però la sostanza non cambia. Gli uomini di potere, non importa il partito, agiscono sempre così quando qualcuno si schiera contro di loro.
Io sono antigrillino perché amo la libertà e la democrazia. Anche la libertà di Fedez. Lasciatelo stare, per favore.
(Twitter: @fabio_990)