IoVoglioTornareJobs Act e riforma della scuola sotto accusa. Le soluzioni alternative degli studenti

Gli studenti italiani il 10 ottobre scendono in piazza contro le riforme del Governo. Jobs Act e riforma della scuola potrebbero incentivare la precarietà e ridurre i diritti allo studio. Il 10 o...

Gli studenti italiani il 10 ottobre scendono in piazza contro le riforme del Governo. Jobs Act e riforma della scuola potrebbero incentivare la precarietà e ridurre i diritti allo studio.

Il 10 ottobre gli studenti tornano in piazza. La manifestazione studentesca è organizzata da UDS, Unione degli Studenti. La protesta è contro il piano di riforme promosse da Matteo Renzi e dal suo governo. Sotto accusa c’è il Jobs Act, il rivoluzionario pacchetto di riforme per cambiare la filosofia del lavoro e la riforma della scuola, che nuovamente peggiora i diritti allo studio.
Migliaia di studenti sono attesi in cento piazze italiane per palesare il dissenso contro le politiche del lavoro e della scuola che sono in atto in Italia.

Gli studenti protestano contro gli esiti delle riforme, che a loro giudizio potrebbero generare: maggiore precarietà, concentrazione del potere decisionale nei vertici scolastici, appiattimento dei diritti degli studenti protagonisti della scuola. «Il 10 ottobre riempiremo le piazze del Paese perché non vogliamo più restare spettatori di fronte a un Governo che in nostro nome vuole distruggere i diritti all’interno delle scuole come dei luoghi di lavoro, instaurare la precarietà come sistema strutturale», queste le parole di Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti.

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Le organizzazioni come Uds, Link e Rete della Conoscenza propongono soluzioni alternative alle decisioni riformiste del governo. Lavoro e istruzione sono aspetti di uno stesso tema su cui gli studenti si battono, «rivendichiamo una Legge Nazionale sul diritto allo studio, massicci investimenti sul welfare studentesco attraverso l’istituzione di un reddito di formazione e di inserimento ad essa, al fine di raggiungere la completa gratuità dell’istruzione», dichiara ancora Lampis, a cui fanno eco le considerazioni di Carmen Guarino di Rete della Conoscenza. Nell’intervista che ha rilasciato a Linkiesta spiega le proposte alternative alla politica del lavoro in discussione al governo.

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Durante la manifestazione del 10 ottobre sarà presente anche Linkcoordinamento universitario, che sostiene le cause della protesta. Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link, aggiunge, nell’intervista a Linkiesta, come a distanza di un anno dall’ultima volta che ci aveva rilasciato delle dichiarazioni in merito ai problemi dell’università, nulla è cambiato. Il diritto allo studio continua a non essere garantito per il 50% degli studenti.

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Venerdì nelle piazze accanto agli studenti ci saranno anche i precari della scuola, le cui proteste negli ultimi mesi hanno alimentato i dibattiti e fatto parte della cronaca quotidiana, e di cui questo blog spesso si è occupato. Il Jobs Act è considerato inaccettabile proprio dai lavoratori che ritengono la riforma una manovra distruttiva dei diritti conquistati negli anni. La flessibilità e la facilitazione del licenziamento sono formule compromettenti per la sicurezza del lavoro stesso.

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