Un po’ me lo immaginavo, ma non così. Ieri i siti internet delle maggiori testate italiane (Corriere della sera, Repubblica, la Stampa) relegavano la notizia dello sciopero generale di Terni – indetto a difesa delle gloriose acciaierie dove la proprietaria Thyssen-Krupp vuole mandare a casa più di 500 dipendenti (su un totale di 3mila) – piuttosto in basso nelle rispettive home page. Oggi li ho comprati quei giornali. Ecco, immaginavo che un fatto così potesse avere la dignità di una mezza pagina. Badate che non lo dico da ternano (emigrato e – quindi – ancor più innamorato), ma da giornalista.
E invece no. State a sentire. Il Corriere della sera ha messo una fotonotizia nelle pagine dell’economia, quelle cioè che non legge quasi nessuno; la Repubblica ha ritagliato un quadrotto a pag. 9 all’interno di un servizio molto più ampio sui disordini di Torino (il lacrimogeno tira, si sa); la Stampa ha fatto il capolavoro intervistando Susanna Camusso – che era a Terni e ha preso anche parecchi fischi dai lavoratori, checchè ne dicano gli smunti resoconti dei giornali. Argomento dell’intervista è praticamente l’universo-mondo e cioè lo stop della Cgil alla manovra Renzi. Sì, la foto Ansa riportata in pagina è della manifestazione ternana, ma sulle ragioni dello sciopero neanche un rigo.
Insomma – e adesso fingo di stupirmi – ma cosa sono diventati i giornali? Cosa deve fare una città per finire in prima pagina e gridare al resto d’Italia la porcata che si sta facendo – sulla sua pelle – all’industria siderurgica del paese? Non basta portare in piazza 30mila persone su una popolazione di poco più di 100mila abitanti – praticamente un ternano su tre, considerando bambini, vecchi e malati? Ormai quali caratteristiche deve avere un “fatto” per diventare “notizia”?