Da qualche giorno, nella cronaca nazionale, è continuo il rimando al caso di Tor Sapienza. Un centro di accoglienza per minori non accompagnati che ha fatto esplodere la rabbia del quartiere. Una rabbia violenta, intensa brutale. Donne e uomini, cittadini comuni che improvvisamente o forse non tanto improvvisamente, urlano, lanciano sassi e bottiglie, contro un luogo dove vengono accolti minori stranieri, che diventa simbolo di tutto il male possibile: la crisi, i soldi che non ci sono, lo stato lontano, le paure ancestrali.
Immediatamente chi fa di queste situazioni il centro della propria propaganda parte lancia in resta soffiando sul fuoco.
Qualche giorno fa a Pavia, un terribile fatto di cronaca: in isola pedonale compare un’auto rubata guidata da due balordi. Investe una giovanissima donna e la trascina per centinaia di metri. I due balordi fuggono a piedi. Si scopre che la donna è la consigliera comunale Elena Madama, 26 anni, i due non sono ancora identificati.
La notizia ha naturalmente una eco significativa. La cittadinanza tutta è sconvolta. Parte con violenza l’offensiva dei leoni da tastiera e compaiono, un po’ dappertutto, invettive neo forcaiole. Non si sa chi siano i due fantomatici balordi ma per qualcuno, che non può sapere né nome né cognome, è certa la nazionalità; cosa che, se non fosse aberrante, farebbe sorridere.
Del caso di Tor Sapienza parla Saverio Tommasi in questo post racconta dei sassi, dicendo cose condivisibili; cito anche Stefano Pallaroni, caposervizio della Provincia Pavese, che in questo post dal titolo evocativo “Raccapricciante” ci parla delle reazioni a Pavia.
L’unica cosa che accomuna questi due fatti è la reazione della pancia dei cittadini. La violenza, verbale o fisica. La brutalità nella ricerca di un capro espiatorio. La terribile voglia di ordalia che sta crescendo.
Sono contento che la risposta della città di Pavia a questo sentimento sia stata una fiaccolata silenziosa che racconta una storia sana, una storia di richiesta di giustizia che non assomiglia nemmeno alla giustizia sommaria.
Sono meno contento che i minori di Tor Sapienza siano stati spostati per motivi di ordine pubblico.
Ma, ovviamente, i due fatti sono talmente diversi da essere, forse, incomparabili, non voglio certo fare delle classifiche.
Mi restano timore e preoccupazione e un po’ di speranza che, presto, ci siano le condizioni per ricostruire quel tessuto sociale sano che non porti a scendere per strada con le mazze e i sassi o a lanciare invettive sui social network prendendosela con “il diverso”.