IoVoglioTornareSciopero studenti: il 14 novembre la protesta in piazza

Gli studenti di tutta Italia tornano in piazza per protestare contro le politiche del governo. La Buona Scuola di Renzi non convince così come le sue proposte in tema di lavoro e occupazione. Nel ...

Gli studenti di tutta Italia tornano in piazza per protestare contro le politiche del governo. La Buona Scuola di Renzi non convince così come le sue proposte in tema di lavoro e occupazione.

Nel corso di questa settimana le organizzazioni studentesche come Unione degli studenti e Link, coordinamento universitario hanno avviato la campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema scuola lavoro chiamata IOVOGLIO, evento social per anticipare e preparare la manifestazione di venerdì 14 novembre, che ha riscosso ad oggi un’enorme adesione. In tutta Italia i giovani e gli studenti tornano a gridare nelle piazze contro l’errore dei test di medicina e le politiche economiche e del lavoro, che aumentano il problema del precariato e peggiorano la condizione delle nuove generazioni.

Gli studenti si riuniscono nuovamente nelle piazze a distanza di un mese dalla manifestazione del 10 ottobre durante il quale le politiche del governo restavano punto centrale del motivo della protesta «le aspettative di migliaia di giovani sono state frustrate in questi anni dalle politiche precarizzanti e falsamente meritocratiche dei diversi governi», dichiara Alberto Campailla, Portavoce Nazionale di LINK-Coordinamento Universitario.

Dopo un mese non molto è cambiato, addirittura si aggiunge alle preoccupanti sorti dei giovani studenti italiani anche l’ennesimo, clamoroso errore firmato dall’istituzione scuolaRecentemente durante il concorso nazionale per la professione medica e sanitaria sono state invertite le domande dei test di medicina, causando l’invalidamento degli esami. L’errore, commesso dal Consorzio Cineca che si è assunto le responsabilità e gli oneri economici del problema, è rimasto tale fino a quando il Miur non è intervenuto rassicurando e certificando la validità dei test, in un susseguirsi di dichiarazioni e smentite.

Nel gioco di smentite il Ministero ha acuito maggiormente la tensione e la precarietà della faccenda, piuttosto che risolverla. Al momento sono in migliaia a non avere una sicurezza sul proprio futuro, e un numero altrettanto numeroso ha avviato pratiche di ricorsi che stanno generando un marasma all’interno delle strutture dell’università. In molti atenei infatti, migliaia di futuri dottori che hanno avviato i ricorsi stanno invadendo le aule già troppo piccole per seguire le lezioni a cui di diritto possono accedere.

«Il nostro futuro non è uno slogan: non accettiamo strumentalizzazioni da Renzi e dal governo. Stanno distruggendo il diritto allo studio e precarizzando ulteriormente il mondo del lavoro […] la soluzione per uscire dalla crisi con più diritti e meno precarietà per tutti è semplice: lavoro di qualità, reddito di base e diritto alla conoscenza» dichiara Roberto Laterza, Portavoce Nazionale di Rete della Conoscenza.

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