Tor Sapienza è diventato ieri trend topic su Twitter, uno degli argomenti più dibattuti sul social network da 140 caratteri. La protesta violenta ha fatto il giro dei tg prima e dei talk show poi, svelando in tutta Italia quel che già era noto a chi conosce la realtà romana: le periferie stanno scoppiando. I quartieri lontani dal centro storico sono sempre meno curati e la delinquenza prende piede. Le proteste degli ultimi tempi si sono concentrate in alcuni quartieri del V municipio della Capitale come Pigneto, Tor Pignattara e, appunto, Tor Sapienza. Entrambe hanno un collegamento con gli immigrati: al Pigneto è lo spaccio con una criminalità organizzata che controlla il territorio, al cui comando pare ci siano anche italiani. Quando Vladimir Luxuria si è ribellata pubblicamente a questa delinquenza nel suo quartiere è stata minacciata pesantemente. Tor Pignattara è un quartiere multietnico la cui convivenza pacifica è sempre più minacciata. Il caso del pakistano ucciso da un giovane italiano che lo ha pestato, con il padre che è stato arrestato addirittura per concorso in omicidio in quanto avrebbe incitato il figlio al pestaggio.
Foto: abitarearoma.net
Tor Sapienza è un’area incastonata in una serie di problemi finora poco affrontati. Oltre alla questione legata ai centri di accoglienza per immigrati che, a detta degli abitanti, sta portando un aumento di furti e aggressioni, è possibile intravedere altre minacce allo svolgimento di una vita tranquilla.
Qualche anno fa fu Michele Santoro con il programma Rai Annozero, a parlare del tema prostituzione con un servizio riguardante le modalità con cui l’area diventava invivibile per le famiglie a causa della sfrontatezza con cui si svolgeva l’attività più antica del mondo. Qui siamo vicino a viale Palmiro Togliatti, non lontano dalla sede del Consiglio Municipale del V Municipio. Situazione analoga avviene a cia Giorgio De Chirico. Più a nord, a via Salviati, c’è un accampamento di “nomadi” a cui basta solo avvicinarsi per capire il livello di degrado che porta al quartiere. Lì è da tempo che avvengono roghi tossici dovuti al riciclo illegale di metalli, molto richiesti dal mercato illegale in cui sono anche italiani a chiedere questi servizi alle persone, italiane e non, che così facendo mettono a rischio la salute di migliaia di famiglie. Questo tema ha provocato molta rabbia e proteste ma ha spinto le istituzioni a intervenire e distruggere i container adibiti a queste attività.
Tor Sapienza è salito alla ribalta con la manifestazione di ottobre con tanto di corteo ripreso dalle telecamere di Gazebo, il programma di Rai Tre condotto da Diego Bianchi. Lì parteciparono consiglieri e il presidente del V Municipio Giammarco Palmieri, tanti cittadini arrabbiati e esponenti di estrema destra. L’estrema periferia del V e il VI municipio ha visto un piccolo ma significativo consenso di Forza Nuova alle ultime elezioni amministrative a Roma (mentre è praticamente inesistente nel resto della città), segno dell’insofferenza estrema da una parte e della volontà di sfruttare a livello propagandistico determinati argomenti dall’altra.
Tra V e VI municipio vi è un certo numero di centri di accoglienza per immigrati, cosa che ha cominciato a produrre certe tensioni arrivate alle stelle di fronte a voci di nuovi centri. Cosa che ha dovuto spingere la giunta del V Municipio a smentire la notizia infondata.
Arriviamo a via Giorgio Morandi, dove è scoppiata la rivolta. Questa è una zona un po’ isolata che vede dei brutti palazzoni spiccare dalla collinetta tra viale Togliatti, via Collatina e via di Tor Sapienza. Una via che ha visto nel 2013 l’uccisione di un uomo di 62 anni con un colpo di pistola alla testa.
I comportamenti delinquenziali, spesso tollerati se a commetterli sono italiani, hanno trovato facile sfogo di fronte all’arrivo improvviso di stranieri che hanno portato un peggioramento della qualità di vita della zona. I problemi del degrado, quelli legati al problema casa da anni ignorato dai politici, quelli della sicurezza, si concentrano tutti con l’ultimo arrivato, l’immigrazione.
Da qui l’autogiustificazione di frange violente (tra cui persone incappucciate, probilmente legate ad ambienti di estrema destra) a reagire con lancio di sassi e incendi di cassonetti arriva con semplicità. Azioni, si badi bene, che fanno arrabbiare gli italiani quando commesse dagli stranieri, come i sassi tirati ai bus a Corcolle ma non quando sono italiani a commetterlo (il giovane che a Tor Tre Teste ha rotto un vetro di un bus ferendo alcuni utenti.
Questo è il contesto di Tor Sapienza e il Municipio ora dovrà essere più presente non solo alle manifestazioni (Palmieri e gli assessori si sono fatti vivi) ma anche per andare oltre le poche competenze disponibili. Ora è il momento di una battaglia politica per far attivare il comune di Roma ma soprattutto definire una riforma che permetta i municipi di far intervenire i “vigili” e le forze dell’ordine direttamente, cosa di cui non hanno attualmente il potere. Il V Municipio ha una popolazione che rientrerebbe nelle prime 15 città italiane e la parte più vicino al centro ha una delle densità abitative più alte d’Italia, questo significa che un municipio a Roma deve avere dei poteri che in qualche modo assomiglino a quelli di un comune come Verona, altrimenti il rischio è di avere uno spreco di soldi nell’avere anche i Municipi oltre al Comune.