All’inizio, non si sa cosa dire, quasi il terrore paralizza le parole, tranne per partecipazioni emotive.E dopo potrebbero venire discorsi razionali, raziocinanti…Chi pretende che si abbia le risposte? E la ragione è davvero avulsa dalla passione? Lo spazio neutro é un’invenzione dei filosofi, proiezione di un habitus accademico sulla realtà. Ma la realtà non si lascia raggiungere, sfugge all’idea come l’acqua da un colino.
In nome del Terzo, del debole, occorre fermare l’aggressore, impedire che nuoccia. La violenza è il secondo, l’aggressore ad averla scelta, a volerne perpetuare la dinamica. Dunque no, in nome del Terzo nessun buonismo. Ma questo non significa, minimamente concedere che la violenza oltrepassi lo spazio della difesa, e permei le nostre vite in modo da tradursi in una limitazione della libertà. Il terrore non deve continuare a paralizzare le parole, le matite, le menti, tutte le pratiche della costruzione di sentieri di convivenza, nella critica a ogni tentativo di negare la libertá.
No, bisogna resistere. Continuare a resistere contro tutti i domini di coercizione.