La storia era stata annunciata lo scorso novembre sul suo blog da Michele Rech in arte Zerocalcare, fenomeno editoriale fresco vincitore del premio degli ascoltatori della trasmissione Fahrenheit di Radio 3, capace di vendere quasi 300 mila copie con 5 volumi in soli 4 anni: le antologie La profezia dell’armadillo (autoprodotto nel 2011 e ristampato in “colore 8-bit” nel 2012) e Un polpo alla gola (2012), l’ancor più autobiografico Ogni maledetto lunedì su due (2013), il divertissement Dodici (2013) e il recente Dimentica il mio nome (2014)… anche se la storia che gli ha dato la grande notorietà diventando virale è di sole 4 tavole e si chiama Trenitaja (un argomento in cui chiunque abbia viaggiato almeno una volta sui binari italiani si può identificare).
Questa settimana in edicola dentro a Internazionale n.1085 (130 pagine, 3 euro) svetta la produzione originale Kobane Calling, reportage disegnato – anzi, “facce, parole e scarabocchi da Rebibbia al confine turco-siriano” tra i combattenti curdi che difendono la città dal gruppo Stato islamico: 42 pagine a fumetti che raccontano la situazione a Mehser e vicino a Kobane (che è a un chilometro ma in Siria: “sta vicino ma manco troppo, è tipo Rebibbia-SantaMariadelSoccorso. So’ tre fermate di metro”), raggiunto dall’autore con la Staffetta Romana per Kobane.
Sul proprio sito l’autore dà anche alcune informazioni su cosa ci si può trovare (“Un racconto il più possibile onesto di quello che ho vissuto durante il viaggio e nei giorni immediatamente precedenti, sia dal punto di vista emotivo che da quello della cronaca, comprese le contraddizioni e i dubbi del caso”) e cosa no (“Il sensazionalismo i morti i cadaveri”).
La vicenda è narrata in maniera accorta e sincera, non superficiale ma nemmeno pesante, tratteggiando (spesso in una manciata di tavole e con più di una sequenza emozionante) la complessità della situazione, ma permettendo di fare in poche vignette piazza pulita delle maggiori incrostazioni sedimentate dalla (dis)informazione sull’argomento intervenute come sempre in questi casi da più parti.
Il 30enne romano usa alcune raffigurazioni che per necessità di sintesi sono ormai abituali nella sua produzione (tra gli altri, “la rana dei Muppets” e “i punk cattivi di Ken il Guerriero”), ma sempre a proposito e spiegandone le semplificazioni, senza temere di mettersi a nudo come e più del solito: dal “grafico a torta delle mie motivazioni” (con la più grande che “sgrana, spixella, non si capisce che è” e si mette a fuoco soltanto in conclusione) alla scoperta del “centro di tutte le contraddizioni e i conflitti del mondo globalizzato” (con tanto di richiamo a Viaggio al centro del mondo degli 883 di Max Pezzali) fino alla rivelazione finale.
“Aspetta. la religione non c’entra. Noi siamo musulmane. A noi nessuno può venirci a dare lezioni di Islam. Sono quelli dell’Isis a non essere musulmani. Noi rispettiamo tutti. Noi seppelliamo i morti. Anche i loro. Loro tagliano teste, mani, piedi, uccidono bambini. Sono bestie senza coscienza. Che religione ha gente così?”, spiega una delle responsabili di un campo profughi, in una città dove il sindaco è donna, a Zerocalcare ospite di un villaggio il cui capo è pure donna. Una testimonianza sul campo, contro tutti gli stereotipi. E raccontata benissimo con la libertà del fumetto.
Update : Mentre l’edizione è sempre disponibile in versione digitale (in pdf, per iPad e iPhone, Android, Windows 8), quella su carta in molte zone d’Italia è andata esaurita e sarà allegata gratuitamente al numero successivo, in edicola da venerdì 23 gennaio.