Complice la disponibilità dei diritti d’autore, ma anche il richiamo diretto alla memoria e all’immaginario collettivo, dopo La Lega degli Straordinari Gentlemen di Alan Moore e Kevin O’Neill che mette in scena gli ottocenteschi antesignani letterari dei supereroi sono apparse serie a fumetti come Fables che rielaborano in chiave moderna i personaggi delle fiabe (e chi segue il telefilm C’era una volta, ora sa da dove viene l’idea) e 1800 ispirata alla letteratura gotica e vittoriana.
Iniziata nel 2007 per il bimestrale gratuito Clubba.it dell’omonimo Conto della Banca Antonveneta, ecco Agenzia Investigativa Carlo Lorenzini (68 pagine a 15 euro), piacevole raccolta di 12 episodi da quattro pagine che rimasticano in maniera divertente i grandi classici della letteratura in ambito italiano: un incaricato dalle Muse tiene loro sotto controllo e il mondo all’oscuro della loro esistenza reale, e guarda caso questo incaricato è nientemeno che un famoso “ex burattino” (che come noto sarebbe una marionetta ma soprassediamo…) che ha assunto il nome del suo creatore e tira a campare come detective per nascondere il suo vero ruolo di “Guardiano delle Storie”.
Tra una prima parte incentrata sulla letteratura italiana nella Milano moderna (qui un’anteprima) e una seconda internazionale con finale nella magica Torino, il poliedrico Manfredi Toraldo orchestra (e ristampa per la sua ManFont) un florilegio di citazioni spiritose con la complicità di Laura Spianelli (matite e chine) e Davide Amici (colori) per la prima parte “Dei delitti e delle pene”, Jacopo Tagliasacchi (matite), Virginia Chiabotti e Alessandro Alessi Anghini (chine) e Giorgia Lanza (colori) per la seconda “Senza un soldo a Granada e Londra” e la star Elena Casagrande (già al lavoro all’estero su Spider-Man, Suicide Risk e Doctor Who: The Tenth Doctor fra gli altri) per la copertina.
Il volume convince per la freschezza con cui assembla i riferimenti con leggerezza senza disperdersi – per di più nelle poche pagine a disposizione per ogni episodio – e si configura a tutti gli effetti come una sarabanda celebrativa della voglia dell’uomo a ogni latitudine di sentire raccontare storie, per sognare quanto meno una vita migliore o apprezzare di più quella che ci si trova a vivere: poi non stupisce che ci si affezioni ai personaggi della fiction, a tal punto da considerarli reali. E chissà che per il Carlo Lorenzini investigatore non sia tempo di nuove avventure…