Artisti del suono

Oggi la musica emergente più interessante in Medio Oriente non rientra nella categoria di uno o di un altro genere.   L’ultimo album dell’egiziano Maurice Louca  ne è un esempio. Si intitola Benha...

Oggi la musica emergente più interessante in Medio Oriente non rientra nella categoria di uno o di un altro genere.

L’ultimo album dell’egiziano Maurice Louca  ne è un esempio. Si intitola Benhayyi Al-Baghbaghan (Salute the Parrot) ed è uscito lo scorso novembre con la nuova etichetta di musica araba Nawa Recordings guidata dal musicista e compositore anglo-iracheno Khyam Allami che vive tra Beirut, Cairo, Londra e Tunisi. E’ un album emozionante: trasmette un suono ricco e molto complesso.

Louca è un musicista e compositore egiziano nato al Cairo, dove vive e lavora. E’ il co-fondatore dei gruppi Bikya, Alif e Dwarves of East Agouza. Il suo album di esordio da solista, Garraya, è uscito nel gennaio 2011 con l’etichetta di musica oggi jazz e sperimentale 100 Copies del Cairo. Da allora ha prestato il suo sound formidabile a progetti musicali che ha composto per il teatro, il cinema e le arti visive. Non sono mai stata ad uno dei suoi concerti al Cairo, fa anche della buona improvvisazione. Ma dovro’ farlo appena possibile.

Quello di Louca è un ‘genere sfida’, che pero’ non rinuncia ad avere un carattere autentico. Quando è uscito il suo primo album, il giornalista Ali Abdel Mohsen lo ha descritto così: “Un lavoro di livida intensita’, e anche di inaspettata bellezza. Questo non è post-industrial, o post-rock, ma piuttosto post-everything”.

Guest vocal di Benhayyi Al-Baghbaghan èMC Alaa 50, voce dell’electro shaabi  (sul genere ecco il Dummy mix 205/ Mumdance) che in Egitto è un genere di gran lunga piu’ popolare del rap. Si tratta di musica nata nelle periferie povere delle grandi metropoli e prestata alle feste di matrimonio, ma rivisitata in chiave moderna ed elettronica. L’ultimo album di Louca registra anche il prezioso contributo di Alan Bishop, del musicista arabo-canadese Sam Shalabi e del polistrumentista di origine palestinese Tamer Abu Ghazaleh. In questa storia, impossibile non menzionare il contributo di Mahmoud Refaat, che mi diverto a chiamare Il Padrino della musica elettronica/sperimentale in Egitto per aver fondato, un po’ di anni fa, l’etichetta 100 Copies Cairo capace di coltivare tanti talenti locali del suono (collaborazioni al femminile con Nadah El Shazly e Aya Metwalli). Refaat è anche un ottimo sound artist e musicista che si è esibito con il suo gruppo Bikya (di cui Louca faceva parte) piu’ volte in Europa e che adesso sta lavorando ad un nuovo progetto punk/electro/trash.

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