IotaCroati e Serbi si combattono nuovamente (in Ucraina)

Il conflitto in Ucraina ha attirato numerosi gruppi di volontari dai Balcani e dall'ex Jugoslavia. Tra di loro, anche Serbi e Croati. Che combattono in fazioni opposte. Una ventina di volontari cro...

Il conflitto in Ucraina ha attirato numerosi gruppi di volontari dai Balcani e dall’ex Jugoslavia. Tra di loro, anche Serbi e Croati. Che combattono in fazioni opposte.

Una ventina di volontari croati combattono in Ucraina, nel battaglione Azov, nella zona di Mariupol. Sono partiti dalla Croazia a fine gennaio, spinti, secondo il loro ‘comandante’ Denis S., “dal puro idealismo” per combattere contro “un’invasione russa simile a quella che abbiamo patito noi nel 1991 da parte della Serbia”. Combattenti esperti, “gente di 35, 40 anni”, sostiene Denis, “che hanno combattuto negli anni novanta in Croazia e che poi hanno partecipato a delle ‘missioni internazionali’ “.

La notizia della presenza di volontari croati non è nuova, e si accompagna a quelle sui paramilitari serbi che si sono uniti alle forze filorusse, in ossequio al cliché dell’amicizia pan-ortodossa. Già l’anno scorso, ‘Vice news’ aveva pubblicato un reportage di una decina di minuti sui cetnici arrivati in Ucraina all’epoca del referendum.

 https://www.youtube.com/embed/pFlLN9E2kcY/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Secondo quanto affermato dai media della regione, oggi sarebbero circa una cinquantina i paramilitari serbi in azione in Ucraina. In un video più recente, trasmesso il 30 gennaio scorso e visibile su youtube, due di loro vengono intervistati. Il primo, che si fa chiamare ‘Grizzly’, assicura che “senza l’aiuto della Russia, la Serbia oggi non esisterebbe” e che “anche se le nostre autorità sono a favore dell’integrazione europea, il popolo è con Mosca”. Il secondo, che si presenta come ‘Deki’ (di Novi Sad, pare giovanissimo, e a un certo punto ammette candidamente a Grizzly di non riuscire a capire le domande dell’intervistatore ucraino), è ancora più tagliente: “quando ho scoperto che al fianco del battaglione Azov combattevano anche gli Ustascia, per me non c’è stata altra scelta possibile: unirmi alle forze della Nuova Russia per aiutare i miei fratelli”.

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