La scorsa settimana ho proposto alla redazione di fare una PlayLinz Special per il giorno di San Valentino. Mi sembrava una bella idea, la musica è sempre stata legata a doppio filo all’amore, fonte inesauribile per migliaia di canzoni. Tutti, ma proprio tutti, dai compositori ai cantautori, dal jazz al folk, passando dai rapper fino alla dance, e per non parlare poi del blues e del rock, si sono confrontati con questo tema. Per cui ho pensato che ne sarebbe venuta fuori una figata. Ma appena ricevuta l’approvazione sono entrato in panico: e adesso cosa metto? Come faccio ad assemblare una lista omogenea? Con che criterio fare una scelta che possa rappresentare al meglio questo infinito universo sonoro? Boh? Proviamoci! Così ho creato una nuova cartella sul desktop e ho iniziato a riempirla. In tre giorni ci ho infilato dentro più di 300 brani. Ho tentato, poi, di fare una successiva cernita, ma niente meritava di essere escluso. Troppo bella questa, troppo importante quest’altra. Panico! Allora mi son messo a lavorare su un’altra selezione – faccio una puntata monografica, mi son detto. Ma mi sono nuovamente fermato di fronte alla semplice constatazione che quando un autore parla d’amore, ci parla del suo amore. Come potrebbe essere diverso. Mica può raccontare la tua storia o la mia, ovvio. L’amore è una questione intima. Ma quando ascoltiamo le canzoni dell’amore altrui ci appassioniamo ugualmente, perché ci identifichiamo. Condividiamo con l’autore lo stesso sentimento e lo proiettiamo sul nostro. Da qui l’illuminazione: la strada migliore per costruire una PlayLinz che parlasse a tutti era mettermi a nudo, mettendo in fila, una dietro l’altra, le canzoni più importanti della mia vita, magari non tutte d’amore in senso stretto, ma che hanno comunque segnato e saputo raccontare momenti emotivamente cruciali. Adesso spero solo di allietare questa giornata allo stesso modo in cui queste canzoni l’hanno fatto con la mia vita.
13 Febbraio 2015