Fumo di chinaNathan contro Legs

C’era una volta il fumetto più interessante d’Italia. In assenza di web e smartphone, non si era mai visto un tale miscuglio creativo fra avventura bonelliana (allora con mezzo secolo all’attivo, i...

C’era una volta il fumetto più interessante d’Italia. In assenza di web e smartphone, non si era mai visto un tale miscuglio creativo fra avventura bonelliana (allora con mezzo secolo all’attivo, in gran parte western), grandiosità supereroistica (all’inizio della rinascita Marvel in Italia come e più della Corno) e introspezione nipponica (dopo oltre un decennio di anime ma ancora pochissimi manga) come nei primi due anni di Nathan Never.

Come ogni fumetto di fantascienza – continuamente scavalcato dalla realtà di tutti i giorni – anche per il “Musone” sbarcato in edicola nel 1991 (con tanto di “numero zero” per le fumetterie, un’altra primizia italiana poi imitata a dismisura negli anni seguenti) molta acqua è passata sotto i ponti, e la testata non è più da tempo la più venduta nel Bel Paese dopo i battistrada Tex e Dylan Dog (che oggi ha metà lettori ma è rimasto l’unico ad averlo superato nei suoi anni d’oro).

Eppure la scintilla di quella fiammata vincente ideata da Bepi Vigna, Michele Medda e Antonio Serra con un occhio affettuoso all’inevitabile Blade Runner (1982) di Ridley Scott ogni tanto brilla ancora, anche grazie ad autori brillanti come Giovanni Eccher, che dopo la prova molto convincente dello Speciale “Alla deriva” (tuttora in edicola, e decisamente da recuperare) orchestra in questo “Nathan contro Legs” (228 pagine, 8 euro) il più classico degli scontri fra eroi che in genere combattono fianco a fianco.

Nonostante una copertina (e una grafica!) non proprio all’altezza, la vicenda mette in scena tutti i topoi di un’avventura di questo tipo, pur concedendosi qualche colpo di scena non del tutto prevedibile e, quel che più conta, spingendo il lettore a non fermarsi mai per vedere fin dove si spingono la storia e i personaggi.

Merito anche dei disegni della veterana Patrizia Mandanici, che per l’occasione ha rilasciato un’interessante intervista con “dietro le quinte” la sua esperienza ventennale con l’Agente Alfa.

Anche chi non è avvezzo a temi e personaggi può godersi oltre duecento tavole di azione e conflitti che spingono i protagonisti a scelte difficili. In epoca di “pensiero debole”, stupirà forse molti lettori vedere che il fumetto (anche quando è seriale e di genere) non rinuncia a far pensare: un motivo in più per approfondirne la conoscenza.

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