LogosPER QUELLA VIA CHE LA BELLEZZA (NON) CORRE

  di Loris Guzzetti   È davvero un periodo triste per la Cultura, settore costantemente privo della necessaria attenzione. Le notizie che si susseguono da qualche settimana, infatti, non fanno altr...

di Loris Guzzetti

È davvero un periodo triste per la Cultura, settore costantemente privo della necessaria attenzione.

Le notizie che si susseguono da qualche settimana, infatti, non fanno altro che riportare atti a dir poco sconvolgenti, che vanno a denunciare una drammatica incuria del patrimonio storico e artistico non solo della comunità nazionale, bensì della comunità mondiale nel suo complesso.

Risale, anzitutto, allo scorso 19 febbraio il vergognoso episodio della “Barcaccia” di Roma. Quella che avrebbe dovuto essere la vigilia di una competizione sportiva di livello europeo, si è presto trasformata in un pietoso inferno, che ha invaso la celebre Piazza di Spagna e trasformato l’opera appena restaurata del Bernini in uno squallido mondezzaio pubblico da parte di quei “vandali” del Feyenoord. Danni stimati in milioni di euro e una ferita morale da ricucire, oltre a indignazione quasi disperata, rabbia, sgomento. Reazioni queste manifestate e condivise – correttamente – dai vari politicanti e amministratori della Capitale, i quale però, se solo avessero prestato più attenzione, avrebbero potuto controllare fin da subito la situazione. Anche perché i “vandali” non erano affatto dotati del superpotere dell’invisibilità.

Agli eventi romani, estendendo lo sguardo, hanno fatto poi seguito le distruzioni irachene di Mosul e Hatra.
Un video apparso il 26 febbraio mostra un gruppo di miliziani del califfato islamico intenti a distruggere, prendendo a picconate, statue e bassorilievi datati 3000 anni, testimonianze inestimabili dell’antico Impero assiro, (non) custodite nel Museo della città curdo-irachena di Mosul. Notizia di pochi giorni fa è, inoltre, la devastazione delle rovine dell’antica cittadina di Hatra, situata nel nord dell’Iraq, sempre da parte di un gruppo collegato all’Isis.

Questi orribili fatti confermano il vuoto che caratterizza la società contemporanea. È il vuoto della Bellezza, del senso dell’estetica e dell’arte. Il vuoto di una Ragione che imporrebbe di non annientare o semplicemente di non sbeffeggiare ciò che è preziosa e splendida testimonianza della storia umana e del genio creativo dell’Uomo. Una mancanza che si registra anche nella vita quotidiana di una banale e ristretta comunità, con atteggiamenti molto spesso intrisi di volgarità, disprezzo e non cura per l’ambiente circostante e ciò che vi è presente.

Il mondo ha sete di Bellezza. La Politica, quella vera e non quella distratta di un gruppo di responsabili locali durante un pre-partita, oppure di quelle grandi organizzazioni e potenze internazionali interessate più a tutelare altri interessi, anziché il patrimonio dell’intera Umanità, dovrebbe dunque essere in grado di soddisfare questa nobile sete, attraverso una educazione civica e a politiche pubbliche più eticamente attente al patrimonio paesaggistico e artistico delle Nazioni.

Solo con questi sforzi sarà possibile intraprendere con sicurezza il cammino “per quella via che la Bellezza corre” di dantesca memoria.

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