Città invisibiliAbruzzo. Valle Piola, il borgo abbandonato senza compratori che piace al Daily Telegraph

”Un certo interesse è stato mostrato da alcuni imprenditori di Rimini e da un privato cittadino francese, ma a ciò non è seguito nulla”. Ad affermarlo Daniela Palumbi, il sindaco di Torricella Sicu...

”Un certo interesse è stato mostrato da alcuni imprenditori di Rimini e da un privato cittadino francese, ma a ciò non è seguito nulla”. Ad affermarlo Daniela Palumbi, il sindaco di Torricella Sicura, piccolo comune del teramano nel cui territorio c’é anche il Borgo di Valle Piola. Nel Parco nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, sul versante nord-orientale di Monte Farina, a 1017 metri di altezza. Un ammasso di pietre ormai malsicure, dice qualcuno. In realtà si tratta di 15 edifici, tra i quali una chiesa del XIII secolo, per un totale di  4400 mq. Disabitati dal 1977, da quando gli ultimi abitanti hanno preferito andare via. Abbandonando anche i circa sei ettari che contorniano il borgo. Una storia tutt’altro che isolata quella di valle Piola. Tanti i piccoli abitati diventati luoghi fantasma. Spazi dell’abbandono silenzioso.

Unico possibile rimedio la vendita. La soluzione che ha permesso il “ripopolamento” di Santo Stefano di Sessanio, nell’aquilano. E’ così che nel 2011 anche il borgo di valle Piola è finito in vendita. Nella speranza di attirare l’attenzione di possibili investitori. Speranza finora rimasta vana. Nonostante i 550mila euro costituissero un prezzo più che accessibile, considerando l’offerta. Considerando anche il valore storico dell’insediamento che risale al 1059. Al caso del borgo del teramano si è interessato anche The Daily Telegraph nel luglio 2013. “Chi è stanco dei prezzi della Gran Bretagna, di proprietà paralizzanti e di intemperie, a 485.000 sterline potrà comperare il villaggio storico di valle Piola, circondato da terreno montuoso e selvaggio, nel cuore di uno dei più grandi parchi naturali del Paese”, si leggeva nel reportage pubblicato su uno dei più diffusi quotidiani britannici. Insomma uno sponsor di tutto rispetto, anche se finora insufficiente a richiamare acquirenti. Ma l’interesse nei confronti del borgo sembra in crescita, forse anche a seguito  del suo reinserimento, nello scorso aprile, nel portale kijiji.it.

Nell’attesa che la questione si risolva, nel paese abbandonato qualcosa si muove. La pro loco ha iniziato ad occuparsi di organizzare eventi, a partire dalle passeggiate con il Cai. Non solo. Dalla scorsa estate nel casale di proprietà del Comune è entrato in funzione l’albergo-ristorante “Il rifugio del pastore”. Forse non basterà a cambiare quanto sarebbe necessario. Ma è certo un indizio importante. Di quanto sia importante cercare di superare il corto circuito.

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