Ciò che di positivo ci lascia la crisi è la lezione che si può apprendere. Per molto tempo si è pensato che l’economia non ripartisse per il famigerato credit crunch bancario; la grande disponibilità di risorse oggi e le scarse richieste per investimenti smonta questa ipotesi e ci induce a rivedere molte nostre convinzioni. Alla luce di questi fatti, forse, il toccasana non è il quantitative easing, o meglio, da solo non basta. Partendo da questa constatazione Bernardo Bertoldi, sulle pagine de Il Sole 24 Ore, si è permesso una provocazione intelligente: quello che oggi serve è il qualitative easing. All’economia, in altre parole, non serve soltanto iniettare liquidità, ma anche veri imprenditori. E per questo Bertoldi suggerisce tre mosse: studiare imprenditorialità fin dalla scuola dell’obbligo; coinvolgere obbligatoriamente in questa scolarizzazione gli imprenditori, in qualità di docenti; abbassare il tasso di mortalità delle start-up. Su quest’ultimo aspetto porto l’esperienza della mia BCC che, per il secondo anno, partecipa all’iniziativa “Accendiamo le idee”, il concorso per selezionare start-up innovative http://www.euroimpresa.it/accendiamoleidee/index.html organizzato da attori economici del territorio Alto Milanese. Io credo si debba imparare dalle sconfitte, quindi penso sia corretto riflettere sul fatto che alcune delle idee imprenditoriali ben classificate nella precedente edizione del concorso non abbiano visto la luce. Come è possibile? Avevano passato l’esame di marketing, avrebbero avuto credito e, in un caso, hanno avuto visibilità mediatica internazionale. Cosa mancava? Evidentemente l’industrializzazione di un’intuizione parsa a tutti brillante. È questo aspetto a fare la differenza, il gap tra la bella idea e il successo aziendale, che si potrebbe superare con i suggerimenti di Bertoldi e magari con il contributo di quegli angeli del business ( I business angels sono persone che vogliono investire proprie risorse in un’impresa, con due obiettive: avere plus valore e aiutare l’impresa nella sua fase di iniziale sviluppo) di cui sempre più spesso si sente parla. Se servono veri imprenditori,servono anche vere banche per valutare i progetti nel merito: il cantiere delle buone idee è sempre aperto.
23 Maggio 2015