Non voglio cercare a tutti i costi il paradosso, l’uscita spiazzante alla Oscar Wilde, ma quando il buon senso diventa notizia qualche domanda me la faccio. Ho letto qualche giorno fa le dichiarazioni del presidente del consiglio di sorveglianza di una banca di grandi dimensioni rilasciate in occasione dell’assemblea dei soci. Eccone una selezione:
“Se la creazione di valore è collocata in una prospettiva di lungo termine, anche in ossequio ai valori etici e civili che la professione deve osservare, allora la banca sarà sempre premiata”.
“Bisogna ricordare che la causa ultima della crisi che ci ha attanagliato e impoverito è stata la ricerca di profitti di breve termine”
Ma andiamo oltre.
“Inseguire i risultati di breve periodo è stata la conseguenza e la causa di profonde distorsioni a poco a poco introdotte in quella che è una vera e propria arte, attraverso le politiche di remunerazione del management, le stock option…”
E ancora sulla selezione del merito creditizio: “sull’analisi dei progetti, anche di quelli che non danno ritorni immediati , ma che sono suscettibili di arrivare al successo in un periodo più ampio. Il banchiere non è certo quel tipo di finanziere che va alla caccia dei capital gains o un raider” piuttosto “giudica chi è meritevole di credito. Nel fare ciò non può limitarsi solo agli impatti che i prestiti avranno sulla semestrale o sul prossimo bilancio”.
E, ultimo ma non meno importante, “purtroppo sembra che domini esclusivamente il computer e che sia completamente assente qualsiasi riflessione che, pure per poco, vada oltre i ratios, Basilea 3, e i suoi sviluppi, l’aiuto di Stato e così via”.
Che sarebbe a dire, come titola l’articolo che riprende le dichiarazione del banchiere, “che il computer non può sostituire il banchiere”. Alzi la mano chi non è d’accordo, ma credevo che questi concetti, l’abc del fare banca, non spettassero a una delle figure più eminenti e di lungo corso (forse questo è il problema) del panorama bancario nazionale. Pensavo si insegnassero a chi comincia a fare questo mestiere. Sto completando proprio in questo momento il mio intervento all’assemblea dei soci della mia BCC e penso che se chiedessi a un socio qualsiasi un parere a riguardo mi direbbe: bella scoperta! Sono cose che facciamo da sempre, cosa c’è di strano? Evidentemente devo imparare a non dare nulla per scontato, neanche il fatto di far funzionare la testa anche se ho il computer sulla scrivania.