Oggi oltre 3 milioni e 200 mila irlandesi scelgono se vogliono rendere legali nel loro paeese i matrimoni fra persone dello stesso sesso. Questo èil referendum di cui si parla molto anche nel resto d’Europa, per almeno due motivi : è la prima volta che i cittadini si esprimono direttamente su una materia in genere decisa dai Parlamenti; il Paese coinvolto è l’Irlanda, che nonostante gli scandali sessuali nel clero e la crescente secolarizzazione, rimane uno dei Paesi più cattolici d’Europa.
Ma oggi c’ anche un secondo referendum di cui si parla molto meno. Verrà infatti chiesto agli elettori se vogliono abbassare l’età necessaria per diventare eleggibili alla carica di presidente della Repubblica. Ora in Irlanda può essere eletto presidente chi ha compiuto 35 anni. Con il referendum si chiede di rendere possibile l’elezione di chi ha compiuto 21 anni. Si tratta di introdurre un piccolo cambiamento all’articolo 12 della Costituzione irlandese. Che da domani potrebbe suonare così: “Ogni cittadino che ha raggiunto l’età di 21 anni ha diritto ad essere eletto presidente della Repubblica”. In Irlanda il presidente è eletto direttamente dal popolo, resta in carica 7 anni e può essere riletto per un secondo mandato.
Chi è a favore del “sì” sostiene che a 21 anni si può essere eletti membri del Parlamento, quindi non si capisce perché fissare la soglia mininma dei 35 anni, considerata una discriminazione nei confronti dei cittadini più giovani. I contrari pensano che a 21 anni manchino l’esperienza e la maturità per esercitare al meglio un ruolo che in Irlanda non è puramente onorifico, anzi implica poteri non da poco, come lo scioglimento del Parlamento e la possibilità di sottoporre al giudizio della Corte Suprema le leggi a rischio di inconstituzionalità.
in Francia si diventa eleggibili all’Eliseo a 23 anni. Negli Stati Uniti può correre per la Casa Bianca solo chi ha già compiuto 35 anni. In Italia non si può aspirare al Quirinale prima dei 50 anni. Renzi, ad esempio, dovrebbe aspettare almeno un decennio per pensare al Colle.
Sapremo stasera o domani l’esito del referendum in Irlanda. Comunque vada, aver proposto il quesito al vaglio degli elettori è un segnale di fiducia nei giovani. D’altra parte l’Irlanda è un Paese giovane. Secondo i dati dell’ufficio statistico nazionale risalenti al 2011, in Irlanda è maggioritaria la popolazione di età compresa fra i 25 e i 44 anni (1.450.140 di persone). Anche i giovani fra i 15 e i 24 anni (580.250) superano di poco la fascia di popolazione over 65 anni.
Se l’Irlanda è stata (e forse, dopo la crisi, sta tornando) la “tigre celtica”, probabilmente deve ringraziare soprattutto il passo dei suoi tigrotti.