L’Ucraina affonda. Il piano di salvataggio del Fondo Monetario internazionale e dell’Europa potrebbe non bastare. L’ex repubblica sovietica è praticamente già in default e il presidente Petro Poroshenko ha pensato bene di controfirmare subito la legge approvata dal Parlamento che darebbe il via a una moratoria sui pagamenti del debito estero.
Degli aiuti complessivi, circa 40 miliardi di dollari fino al 2018, ne sono arrivati a Kiev per adesso solo un paio. La prossima tranche deve essere ancora liberata e le trattative tra governo e attori internazionali sono ancora in corso. Il debito dovrebbe essere ristrutturato, ma le resistenze dei creditori, non solo la Russia, sono forti. Il rischio è che il Paese vada del tutto a rotoli.
Le previsioni per il 2015 sono state corrette al ribasso (-9%) e la guerra nel Donbass non fa certo attendere rose e fiori: se nel 2008 il tonfo era stato del 15%, la cosa si può ripetere, visto che la soluzione nel sudest appare lontana.
Il primo piano del Fmi lo scorso anno era stato di 18 miliardi di dollari, il secondo di 40, il terzo, chissà. Gli accordi di Minsk non sono rispettati in sostanza da nessuno e a Kiev il conflitto è diventato un alibi per l’immobilità. Il programma di austerity pesa su tutto l’elettorato, già gravato da un’inflazione devastante che ha minimizzato il potere d’acquisto e bloccato i consumi.
L’Ucraina non è in grado da sola di uscire dal tunnel e l’Occidente deve periodicamente aggiornare i programmi per tenerla a galla. Fino a quando non si sa. Questioni fondamentali come quella del gas con la Russia non sono state ancora definitivamente risolte e si sono messe solo pezze provvisorie: d’estate se ne dimenticano tutti, ma l’inverno arriverà puntualmente, anche quest’anno. L’Accordo di associazione con l’Unione Europea, la parte economica, partirà all’inizio del 2016, ma più che un’ancora di salvataggio è uno specchietto per le allodole. Il sistema oligarchico ucraino, economico e politico, non è cambiato e la corruzione continua a devastare il paese. Senza una soluzione concordata tra Russia e Occidente per il Donbass, il Paese è destinato a precipitare. E chissà chi pagherà il conto.