Yanis Varoufakis (Milos Bicanski/Getty Images)
Il fallimento semi disastroso della politica di Tsipras che ha convocato un referendum per dir di no alle posizioni degli Europei e poi ha dovuto fare un accordo sostanzialmente più pesante di quello a cui i Greci avevano detto di no con la scheda referendaria ha comportato, come si è visto la spaccatura del partito Syriza: 38 deputati già usciti agli ordini di Varoufakis e un altra cinquantina in bilico.
Tsipras, per avere i voti in Parlamento, ha dovuto fare un nuovo governo con gli odiati partiti di centro, licenziare molti dei suoi ex sostenitori che dichiaravano che lui aveva tradito il programma del partito.
Dopo questa, non fortunata, operazione politica i sostenitori in Italia di Tsipras e del suo partito Syriza si sono trovati in grave difficoltà. Erano accorsi festanti ad Atene per celebrare il trionfo del referendum e, ognuno di loro, cercare di sfruttarlo ai fini propagandistici in Italia: Grillo aveva fatto dei comizi risultati pressoché incomprensibili alle masse elleniche, Fassina, appena uscito dal Pd, molto aggressivo perché vedeva le sue posizioni già coperte da altri microleader che non gli riconoscevano la superiorità politica, e Salvini che aveva già il piede sul traghetto per recarsi anche lui a dire cazzate in Grecia ma è stato fermato dalla sua alleata Marine Le-Pen, molto più prudente perché sta giocando un ruolo delicato molto vicino alla vittoria nelle elezioni per la presidenza della Francia.
Insomma tutte le signore che avevano tifato Tsipras e poi ancor di più Varoufakis sconcertate si guardavano in giro e per consolarsi leggevano gli articoli di sostegno sul Manifesto scritti in un italiano un po’ più accettabile di quelli del Giornale o di Libero o del Fatto Quotidiano, tutti sulle medesime posizioni filo-grecia, anti-euro, anti-Merkel. Sostanzialmente anti-Europa.
Ma chi c’è dietro a questo schieramento vagamente composito ma capace in prospettiva di dare il colpo finale per la distruzione di quel poco che si è fatto per gli Stati Uniti d’Europa? Beh ovviamente i nemici dell’Euro come Soros che da anni predica non senza ragione che una moneta senza dietro uno Stato non può resistere in caso di difficoltà ed è destinata a sparire nel caos delle rinascenti monete locali. Soros e i suoi amici sono i veri nemici di Draghi perché lo aspettano nel momento in cui non avrà più risorse da buttare sui mercati deboli (vedi Italia) e la Germania si guarderà bene dal dargli un aiuto. La Germania con quasi la metà dei Paesi della Cee pensa di non aver problemi perchè il suo marco vale ancora 1 euro. Gli americani non hanno mai amato la Comunità Europea e hanno instillato questa diffidenza nell’Inghilterra. La signora Spinelli, figlia del grande Europeista Altiero e sulla cui fama è vissuta sino ad oggi scrivendo belli ed ispirati articoli di fondo si troverà in grave difficoltà quando vedrà capovolti i disegni europeisti del padre da una massa di Sanculotti grillini leghisti post comunisti, per non parlare di Podemos e altre cose in giro per l’Europa, tutti animati e sostenuti (forse lo sono già adesso) da una grande speculazione contro l’euro che avrà l’appoggio tecnico delle valute orientali anch’esse molto indebitate.
Il trionfo dunque dell’odiato dollaro?