E ci risiamo. Qua nessuno vuole infierire su nessuno però quando un politico fa delle esternazioni alla stampa, uno le legge e le commenta.
Torniamo sul caso Alessandra Moretti. Ebbene, l’ex candidata alla regione Veneto per il Pd è finalmente riapparsa, ha analizzato la sua sconfitta elettorale ed è tornata con delle nuove rivelazioni. Scopriamo infatti che la Moretti, durante l’intera campagna elettorale, era telecomandata manco fosse un robot-teletubbies in versione vicentina.
Ci dice infatti che, a parte la sua mirabile intervista al Corriere in cui ci indicava i punti salienti della sua campagna elettorale, come andare dal parrucchiere, dall’estetista e vestire in modo lady–like (sì, ahimè, quella era lei prima di essere telecomandata), tutto il resto era frutto di una strategia mediatica messa in piedi da non si sa bene chi per non farla risaltare: non l’hanno fatta andare in televisione, l’hanno fatta vestire con un look castigato da ferrotranviere dandole così un’immagine che non era credibile. In definitiva l’Alessandra Moretti della campagna elettorale non era lei, era un avatar!
Insomma, ma chi era?
E continua dicendo che la campagna è stato un tour de force massacrante in cui le hanno fatto dedicare lo stesso tempo ai comuni di 200 abitanti rispetto al comune capoluogo.
Orbene, cari elettori, non disperate… ammesso che vi fosse mancata, ora la vera Alessandra Moretti è tornata!
Dunque, da quello che ci dice, sembra che tutto quello che ci ha raccontato negli utlimi sei mesi erano solo balle per tentare di vincere e ora che ha perso, inizia lo scarica barile nei confronti di una non ben precisata entità sovrannatuale che si è si è intruffolata nel suo armadio e le ha sostituito i tailleurini lady-like con delle divise da ferrotranviere.
Ci vorrà mica raccontare che la sua sconfitta sia stata determinata solo da chi la portava in giro in macchina a sua insaputa? O forse sì!