La rivalità tra Romano Prodi e Silvio Berlusconi rischia di ricalcare quella de «I Duellanti», il celebre romanzo di Joseph Conrad poi diventato film di Ridley Scott nel 1977, l’eterna sfida a duello nella Francia di Napoleone tra il tenente ussaro Armand D’Hubert e Gabriel Feraud. L’ex leader dell’Ulivo e l’attuale leader di Forza Italia – dopo quasi vent’anni di battaglie politiche in Italia finite pure in tribunale con la compravendita di senatori e il caso Sergio De Gregorio – rischiano di ritrovarsi sfidanti per un nuovo incarico di altissimo prestigio, quello di segretario generale dell’Onu: Ban Ki Moon dovrà lasciare le Nazioni Unite il 31 dicembre del 2016. Manca più di un anno, ma le diplomazie sono già al lavoro da mesi.
Prodi, già con un piede dentro il palazzo di Vetro con diversi incarichi di mediazione internazionale e con uno stretto rapporto con Ban Ki Moon, ha ricevuto una proposta di candidatura persino dall’attuale presidente del Consiglio Matteo Renzi. Non solo. L’ex numero uno dell’Iri vanta un ottimo rapporto anche con il presidente russo Vladimir Putin. Cosa che peserà non poco negli equilibri della prossima votazione, perché saranno i paesi dell’Est, per una serie di ragioni storico politiche, ad avere l’ultima parola sul nome del successore di Ban Ki Moon. Non è un caso che Prodi sia già stato in visita a Mosca diverse volte. Ma con lo Zar Vladimir un rapporto di ferro ce l’ha soprattutto Berlusconi, proprio in questi giorni in visita al Cremlino con puntate in Crimea che stanno creando non pochi problemi con l’Ucraina. E in queste ore qualcosa sembra muoversi a favore del Cavaliere.
Mario Mantovani, ex assessore alla Sanità di regione Lombardia, ha lanciato la proposta: «Nel sempre più complesso scenario internazionale, occorre ridare all’Onu quelle capacità di analisi ed intervento necessarie per affrontare con rapidità e lungimiranza le molteplici minacce alla pace ed alla sicurezza che arrivano da tante parti del mondo. I governi europei propongano al Consiglio di Sicurezza il Presidente Berlusconi quale nuovo segretario generale. La sua esperienza internazionale, i tanti risultati conseguiti nella sua azione di governo in politica estera e sopratutto il suo amore per la libertà sono risorse da valorizzare, per il bene ed il futuro di tutti». E’ un sasso nello stagno, ma potrebbe rivelare che il leader di Forza Italia, forse, starebbe già lavorando da tempo per conquistare questo incarico così prestigioso.