Oggi un breve e istintivo post su Halloween. In favore di Halloween. Anzi, in difesa di Halloween. O meglio, contro l’assurdo, infondato e controproducente attacco che sta subendo da un po’ di tempo la festa delle zucche, in nome della difesa di chissà quali valori tradizionali.
Si può comprendere l’opposizione “interessata” di tanti genitori, desiderosi di evitare i tremori di un altro potenziale sabato da sballo dei loro figli (quest’anno, peraltro, la festa cade proprio di sabato, quindi no problem).
Si può comprendere (ma con un sorriso) la catena di messaggi whatsapp che invita a mettere immagine del profilo di Santi per opporsi alla distruzione delle nostri tradizioni(?!).
Si possono capire pure gli irrazionali esorcisimi e le reprimende dei preti sugli altari contro “la festa pagana che non ha nulla di cristiano” e “la festa del niente e delle zucche vuote”.
Si possono comprendere, ma non approvare.
Nessuna identità si salva o si esprime per negazione timorosa di quella altrui, ma per l’affermazione certa e motivata di ciò che essa stessa propone. E’ il vero problema che la Chiesa, e i preti, devono affrontare.
Non aiuta una visione per cui “dobbiamo difendere i nostri santi perché sono la nostra tradizione” (non credo faccia loro piacere essere ridotti a simbolo storico-tradizionale: sono uomini per cui la fede è stata ragione di vita, non valore storico).
Ci sarebbe poi l’attacco alla festa nichilista e pagana (peraltro pare che sia pure cristiana, come ben documenta Giovanna Jacob) ridotta a sballo senza memoria e riflessione. Ma non sono così tutti i sabato, vigilie delle nostre domeniche?
Piccolo consiglio (da amico, sono cattolico anch’io) ai nuovi crociati di altari e whatsapp: “lasciate perdere”.
Non saranno queste battaglie a salvare il cattolicesimo e la sua tradizione culturale. Queste, semplicemente, rischiano di renderli ridicoli. E il cristianesimo è una cosa troppo bella e seria per ridursi a fare lo spaventapasseri per ciò che arriva da fuori.
Perciò buon Halloween, se vi va.