Alta FedeltàDel capire quando si è fuori luogo. Bari, Decaro ed il muro di gomma

Buon senso non pervenuto. Ecco cosa devono aver pensato molti cittadini dopo aver constatato che alcune iniziative in programma a Bari - basti pensare a "Bari suona" - ci sarebbero state, nonostant...

Buon senso non pervenuto. Ecco cosa devono aver pensato molti cittadini dopo aver constatato che alcune iniziative in programma a Bari – basti pensare a “Bari suona” – ci sarebbero state, nonostante tutto. Due parole, “nonostante tutto”, che non possono e non riescono a contenere la ferita inferta a tutta la comunità pugliese con la morte di Giuseppe Sciannimanico.

Nella notte tra il 26 ed il 27 ottobre Giuseppe è stato attirato in una trappola in via Tenente De Liguori, nel quartiere Japigia (secondo le prime ricostruzioni degli agenti, un uomo avrebbe telefonato all’agenzia immobiliare con la quale Sciannimanico collaborava da settembre, chiedendo un appuntamento per visionare un immobile e ottenere una valutazione ai fini della vendita). In questa strada, come in tantissime zone della nostra città, non ci sono telecamere di videosorveglianza. Giuseppe aveva soltanto 28 anni, era un agente immobiliare, un ragazzo come tanti altri. Era un nostro amico, un vecchio compagno di scuola, un vicino di casa, un conoscente, un compagno di squadra, un fidanzato, un figlio.

In questa sede, tralasciando la dinamica o la dietrologia da vampirismo mediatico, vogliamo però discutere del “dopo”. Cos’è successo dal giorno dopo in poi?

A 28 anni si dovrebbe pensare a tante cose, al futuro, all’amore e alla crescita. A 28 anni si dovrebbe pensare a tutto meno che alla morte. Invece oggi piangiamo la morte di un nostro concittadino, un ragazzo per bene, che come tutti i nostri ragazzi aveva tanti progetti e tanta vita davanti.

Io sono esterrefatto. Sconvolto dall’ingiustizia e dalla ignobile ferocia di chi possa aver compiuto un atto così disumano. Sono vicino alla famiglia di Giuseppe, e anche solo immaginare quello che stanno provando in questo momento mi distrugge. Credetemi, in momenti come questo, vorrei poter essere un supereroe, vorrei poter catturare i cattivi, eliminare queste persone indegne dalla nostra città, come sognavamo di fare da bambini con un pezzo di stoffa svolazzante sulle spalle. Ma purtroppo non è possibile. Sono però sicuro che le forze dell’ordine faranno al meglio il loro lavoro, tutti noi dobbiamo avere fiducia nei confronti della giustizia, che sono certo al più presto ci darà delle risposte su questa enorme ferita che oggi attraversa la nostra città.

Queste le parole che il Sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha condiviso sulla propria pagina Facebook. Parole commoventi, certo, ma che non trovano corrispondenza con la realtà. “Caro Antonio, sinceramente, io avrei bloccato l’evento di oggi – Bari Suona – a segno di lutto per un fratello barese morto. Sarebbe stato altresì, un segnale di rispetto per la vittima sacrificata e un messaggio forte ai clan della città”, così il cittadino Nicola ha scritto sulla stessa bacheca del Sindaco, e come lui tantissimi altri, a sostegno di una sensazione di forte disagio e discrasia, tra quanto detto e quanto (non) fatto da questa Amministrazione. “Questo – scrive Rossano – è il Sindaco di Bari. Prima versa lacrime di coccodrillo scrivendo di voler tornare bambino e trasformarsi in Superman, poi non proclama il lutto cittadino per un atroce omicidio di un giovane lavoratore incensurato ed infine si compiace di una serata ludica e musicale, per le vie del centro, con una trentina di persone”.

“Di indignazione – aggiunge Michele – ne abbiamo da vendere, la città è in un degrado raccapricciante, tra non molto tempo ‘terra di nessuno’, se importa veramente a qualcuno facciamo qualcosa subito e di concreto”. “Ma dopo aver compianto questo povero ragazzo assassinato – insiste ancora un altro cittadino – passiamo alla festa, dai dicci Antonio cosa c’è in programma??? Feste, canti, balli, sagre, queste sono le cose importanti per la tua allegra combriccola di animatori. Cosa importa a noi dei morti ammazzati, della città allo sbando, degli autobus che si rompono, della sporcizia, della disoccupazione, della disperazione della cittadinanza”. Come questi, tantissimi altri messaggi e commenti di altrettanti cittadini, a dimostrazione che il primo cittadino di Bari non ha saputo – o non è stato in grado – di leggere un sentimento comune, dimostrando emblematicamente la sua inadeguatezza.

Al netto del profilo pragramatico da ingegnere, Decaro ha risposto con un silenzio assordante e concluso ben poco, se non una brutta figura. Perché portare avanti delle manifestazioni ludiche quando la Città chiede altro e non ha avuto neanche il tempo di asciugare le lacrime versate? Non sarebbe stato meglio fermarsi, riflettere con i cittadini, iniziare a rispondere con un’azione concreta (telecamere di sorveglianza funzionanti in tutta Bari ed illuminazione idonea, ad esempio) e rimandare almeno alcuni degli eventi musicali in programma?

Solo pochi giorni fa, Luigi d’Ambrosio Lettieri (Conservatori e Riformisti) dichiarava:

Scene fa far west, bambini terrorizzati, quartieri off limits. Bari e l’area metropolitana richiedono un’attenzione speciale che deve contare su ogni nostro sforzo unitario, a livello locale e parlamentare, perché sia varato un piano per la sicurezza e politiche efficaci per la prevenzione del disagio sociale e il sostegno pieno alle persone in difficoltà. Un terreno, quello della povertà e del degrado, anche urbano, oltre che sociale, che rischia di diventare sempre più terreno di coltura per la criminalità.

Il Sindaco dovrebbe rappresentare ogni cittadino, ogni esigenza, ogni opinione. Eppure sembra di assistere ad una gara di lanci su di un muro di gomma: ciò che tiri torna indietro. E che nessuno parli dell’impiego di sorveglianti civili assunti fra i disoccupati e di prevenzione sociale, aiutando magari i giovani nel percorso formativo dalla più tenera età. O meglio, parliamone pure, ma poi lasciamo che le parole prendano polvere e vengano dimenticate dall’elettorato.

Una cosa è certa: il volto della criminalità barese sta cambiando. La mancanza di strategie comuni e di alleanze durature sta portando ad un costante clima conflittuale e alla genesi di crisi delle relazioni criminali e di scontri violenti. La speranza, perciò, è che l’Amministrazione si preoccupi di dare una risposta chiara ai cittadini, investendo prima in azioni concrete e poi in manifestazioni e spettacoli certamente utili, ma almeno in questi giorni fuori luogo.

Fino ad allora, però, buon senso non pervenuto.