I paesi dei Balcani occidentali si sono detti disposti a collaborare sul piano di diciassette punti elaborato da Bruxelles, ma – avverte Radio Slobodna Evropa – ipotizzare che possano accogliere 50.000 rifugiati è totalmente irrealistico.
“Il piano europeo prevede che i paesi dei Balcani occidentali si prendano cura di 50.000 rifugiati, ed è decisamente troppo per la regione”, ha dichiarato Pavle Kilibard del Centro per i diritti umani di Belgrado. I governi che si trovano sulla rotta dei migranti (principalmente Macedonia, Serbia, Croazia e Slovenia) hanno ribadito che sono disposti a collaborare, ma che al momento “le loro capacità ricettive non superano le poche migliaia di unità”. “Ci sono stati problemi enormi con un’affluenza di gran lunga inferiore”, ha sottolineato ancora Kilibard, “figuriamoci se si parlasse di trovare un posto a 50.000 persone”.
“Un tale piano è inoltre piuttosto discutibile anche sotto il profilo della tutela dei diritti umani. Per tenere queste persone, poniamo, in Serbia, occorrerà obbligarle a rimanervi. Questo implica limitare drasticamente il diritto alla loro libertà di circolazione, per metterle in una situazione in cui la possibilità di abusi è estremamente elevata. Stipare migliaia di persone in centri di raccolta e metterli nelle mani di una burocrazia inefficace non è la soluzione migliore”.
Sempre secondo quanto riferito da RSE, attualmente il piano prevedrebbe l’impiego di operativi FRONTEX in Grecia, ma anche al confine tra la Croazia e la Serbia, dove la polizia di frontiera europea avrebbe il compito di “rallentare il flusso di persone in entrata” e di “mettere in atto procedure di identificazione più rigorose”, secondo quanto dichiarato dal premier croato Zoran Milanović. Attualmente, secondo il Courrier des Balkans, quasi 10.000 persone percorrono quotidianamente la “rotta balcanica”. Per Milanović “i controlli di Frontex funzioneranno soltanto nella misura in cui la Macedonia e la Grecia faranno il proprio lavoro”.
L’Unione Europea, nelle parole del Presidente della commissione europea Jean Claude Juncker, ha esortato i Paesi dei Balcani occidentali a una maggiore collaborazione. Ma il rischio concreto è che nella regione manchino totalmente le risorse per fare fronte all’emergenza. “Anche con l’aiuto dall’estero”, ha sottolineato Suzana Tunava Paunovska, coordinatrice del programma di accoglienza ai rifugiati per la croce rossa internazionale, “paesi come la Macedonia non possono ospitare un numero così grande di rifugiati, perché dispongono di risorse umane e finanziarie estremamente limitate”.