Leggo che il Financial Stability Board chiederà alle banche sistemiche (ma è chiaro che gli effetti, successivamente, interesseranno tutto il sistema bancario) più capitale.
Delle due una: o l’altezza siderale a cui lavorano i global-burocrati nelle loro splendide torri di cristallo toglie l’ossigeno al cervello o, al contrario, lassù si respira un’aria così pura da consentire loro pensate precluse alle nostre menti immerse nella nebbia della pianura.
Delle due una: o l’altezza siderale a cui lavorano i global-burocrati nelle loro splendide torri di cristallo toglie l’ossigeno al cervello o, al contrario, lassù si respira un’aria così pura da consentire loro pensate precluse alle nostre menti immerse nella nebbia della pianura.
Qualcuno me lo spieghi, per favore, così non vi tedio più. Ho sempre sostenuto anch’io, nel mio piccolo, l’importanza dei necessari capitali, sia per le banche sia per le aziende, perché questi sono il vero salvagente per le tempeste finanziarie. E sfido chiunque a sostenere il contrario. Ma in questo caso non si sbaglia semplicemente; si persevera. Il che, come ben sappiamo, ha un sapore diabolico.
Ma in questo caso non si sbaglia semplicemente; si persevera. Il che, come ben sappiamo, ha un sapore diabolico.
Infatti il patrimonio aggiuntivo sarà rapportato, ancora una volta, agli RWA (Risk weighted asset), e non all’intero attivo dell’Istituto. Il che, a dirlo chiaro, significa rapportare solo e semplicemente agli impieghi. Capito? I classici impieghi, delle classiche banche che fanno il loro classico mestiere: finanziare famiglie e imprese. E noi, come banche piccole del territorio, ne sappiamo qualcosa, a differenza di quelle banche d’affari che non sanno proprio cosa siano famiglie e aziende e che invece sanno qualcosa della crisi di questi anni (Lehman Brothers, RBS, Dexia). Quindi, alle banche più tradizionali, piene di impieghi veri nell’economia reale, sarà chiesto più capitale, ossia un sacrifico in proporzione molto maggiore rispetto a quelle banche –con bilanci molto più grandi- che fanno altro, leggi turbo-finanza.
Quindi, alle banche più tradizionali, piene di impieghi veri nell’economia reale, sarà chiesto più capitale, ossia un sacrifico in proporzione molto maggiore rispetto a quelle banche –con bilanci molto più grandi- che fanno altro, leggi turbo-finanza.
Non è che per caso ci stiamo dimenticando la storia recente, costellata dei disastri delle banche d’affari, quelle che, appunto, vivono soltanto di attività finanziaria, anzi, meglio sarebbe dire, di ingegneria finanziaria? Allora, a rischio di far peccato, io penso male: non è magari che la risposta alla mia domanda stia nell’influenza delle lobby della City e di Wall Street e dei loro ingenti budget? Chissà che non ci azzecchi.