Gli uffici sono dei piccoli microcosmi all’apparenza familiari. Ma sappiamo davvero riconoscere chi ci lavora accanto, magari sotto mentite spoglie? Dario Solera ha preparato un pratico prontuario per stanare ogni lavoratore-tipo. Dopo l’insabbiatore, il delegatore, il lercio (che però, in quanto trash, è opera mia), il paraculo, il bestemmiatore, il cialtrone e il giullare, ecco il catastrofista; nella prossima puntata, il masochista.
Il catastrofista di Dario Solera(*)
“Tra un mese qui cade tutto”. “Non funzionerà mai”. “Perderemo tutti i dati e ci faranno causa”.
Ecco, questo è il tenore delle affermazioni del catastrofista. Pessimista fino all’osso, secondo lui il mondo, tra non più di un paio di settimane, verrà inghiottito da un buco nero e risputato fuori sotto forma di pompelmo gigante. Nessuno sopravvivrà, e per di più il frutto sarà acerbo e amaro. Il personaggio non vede però il lato positivo: non ci sarà nessuno a mangiarlo, quel pompelmo.
Il vantaggio di avere un catastrofista in team è che risulta ottimo per analizzare i cosiddetti worst case scenarios (in italiano: scenari tocchiamoci-le-balle). Chi meglio di lui può immaginare il peggio? Il problema è che in genere questo soggetto non aiuta a prevenire la catastrofe che lui stesso profetizza. Sono piuttosto altri a doverlo fare, rincuorandolo al tempo stesso con una pacca sulla spalla e un “Vedrai che andrà tutto bene” proferito con tono dolce e rassicurante.
Il catastrofista ha la capacità di dare per persa qualsiasi causa, a priori e senza possibilità di appello. Ma in fondo è bello così, perché ci fa sentire tutti fortunati di vedere sempre un lato positivo, di trovare sempre del buono anche nei progetti nati male e cresciuti peggio. Tanto, alla prima vera tempesta, quando c’è da sbarrare porte e finestre, il catastrofista è il primo a cadere stecchito colpito da un fulmine (o misteriosamente strangolato dal cavetto di un mouse). Undicesimo comandamento: non menare sfiga.
(*)Dario Solera è un milanese che “lavora coi computer”, anche se in realtà lavora con gli umani. Le macchine sono la parte facile. Gli umani invece… Fugge dalla città appena possibile e ama riferire che legge e scrive fantascienza.