Gli uffici sono dei piccoli microcosmi all’apparenza familiari. Ma sappiamo davvero riconoscere chi ci lavora accanto, magari sotto mentite spoglie? Dario Solera ha preparato un pratico prontuario per stanare ogni lavoratore-tipo. Dopo l’insabbiatore, il delegatore, il lercio (che però, in quanto trash, è opera mia), il paraculo, il bestemmiatore e il cialtrone, ecco il giullare; nella prossima puntata, il catastrofista.
Il giullare di Dario Solera(*)
Non è presente in ogni ufficio, ma dove c’è, si vede. Ha diversi nomi: buffone, giullare, saltimbanco – in breve, il pirla. È quel personaggio che fa scherzi di continuo: cambia le impostazioni dello schermo in modo che sia sotto-sopra, attacca un post-it sotto il mouse, oppure invia email a nome d’altri (il suo sogno proibito è un computer incustodito).
Se arruolato nel Genio Guastatori, questo soggetto passa dagli scherzi ai sabotaggi: scambia i pulsanti della tastiera, sostituisce i pennarelli della lavagna con altri indelebili, ingloba il mouse di un collega in una sfera di carta e nastro adesivo da mezzo metro di diametro. Ancora più pericoloso – può infatti causare infarti – si avvicina di soppiatto alle spalle del vicino di scrivania assorto nel lavoro e gli abbassa la sedia di botto con l’apposita levetta.
Oltre ad allietare la giornata con scherzi fantasiosi, il giullare conia spesso nomignoli, modi di dire e gesti che nel corso del tempo diventano gergo acquisito del ristretto gruppo sociale dell’ufficio. Coadiuva il tutto con una spruzzata di doppi sensi da terza elementare.
Questa personalità è però subdola, perché celata da abiti insospettabili: gentile, posato e ben vestito, il giullare inizia a operare di soppiatto, adottando un basso profilo. Durante mesi di duro allenamento pre e post-lavorativo, affina le sue capacità da ninja per poi mettere in atto le più sfrenate burle in pieno giorno, invisibile ma in piena vista come un camaleonte.
Ma la sua carriera può essere stroncata dallo scherzo giusto al momento sbagliato, che fa stramazzare il giullare sul pavimento con un paio di forbici piantate tra le due scapole. Il killer è di certo quel collega che ha scoperto che la rassicurante immagine della spiaggia di Mondello, che ha sempre avuto sul desktop, è stata sostituita con quella di una ragazza che si è scordata i vestiti a casa. Scoperta che, ovviamente, è avvenuta durante una presentazione all’amministratore delegato.
(*)Dario Solera è un milanese che “lavora coi computer”, anche se in realtà lavora con gli umani. Le macchine sono la parte facile. Gli umani invece… Fugge dalla città appena possibile e ama riferire che legge e scrive fantascienza.