Blog di una liberaleDa concorrente ad amico dei ristoranti: l’evoluzione politically correct di Gnammo

Avevamo parlato tempo fa di Gnammo, una piattaforma che agevola il cosiddetto "Social Eating" ovvero permette di organizzare cene a casa, invitare ospiti (paganti) e "guadagnare" qualche soldo, al ...

Avevamo parlato tempo fa di Gnammo, una piattaforma che agevola il cosiddetto “Social Eating” ovvero permette di organizzare cene a casa, invitare ospiti (paganti) e “guadagnare” qualche soldo, al di fuori dei canonici circuiti della ristorazione.
L’esperimento – che ormai andava avanti da diversi anni – ha avuto abbastanza successo da indispettire le associazioni di categoria che hanno fatto di tutto affinchè il fenomeno fosse regolamentato.
Considerati i tempi del policy-making italiano (leggasi: fare le leggi), Gnammo ha però preferito giocare d’anticipo. Non ha senso farsi la guerra con un competitor così ben organizzato. Meglio renderselo “amico” o comunque complementare.

Questa dev’esser stata la spinta che ha motivato il management di Gnammo – ad arricchirsi di servizi come il “Social Restaurant” che permetterà di organizzare cene sociali anche in ristoranti selezionati dal network.

Il “Social Restaurant” permetterà di organizzare cene sociali anche in ristoranti selezionati dal network.”

Una strategia che probabilmente premierà – o che ridurrà il rischio di politiche “anti – social eating” e che sembra trovare punti in comune con quanto fatto da Uber circa 2 anni fa, quando decise di provare a collaborare con la categoria taxi, in alcune città degli Stati Uniti.

Uber circa 2 anni fa, quando decise di provare a collaborare con la categoria taxi, in alcune città degli Stati Uniti.

All’epoca, Uber propose ai tassisti di inserire il dispositivo Uber anche all’interno delle loro vetture, con tariffe particolari e servizi dedicati. Il successo fu tale che il modello venne replicato anche a Londra, Istanbul, e in altre città sparse nei 5 continenti.

Un approccio che sembra replicabile anche su altri settori “controversi”. Una sfumatura di “politically correct” strategico e che ci regala una lezione molto semplice: la tecnologia non solo non si combatte facilmente – ma è strumentale all’economia e a tutti quei settori i che – da più di 50 anni (si pensi a taxi, hotel e ristoranti) non sono mai, davvero cambiati.

Elisa Serafini