Gli uffici sono dei piccoli microcosmi all’apparenza familiari. Ma sappiamo davvero riconoscere chi ci lavora accanto, magari sotto mentite spoglie? Dario Solera ha preparato un pratico prontuario per stanare ogni lavoratore-tipo. Dopo l’insabbiatore, il delegatore, il lercio (che però, in quanto trash, è opera mia), il paraculo, il bestemmiatore, il cialtrone, il giullare, il catastrofista, il masochista, il veneziano, il masticatore seriale, il rompiballe, l’inserviente psicopatico, lo strizzacervelli, il sovversivo, il perfezionista, il nerd e il vecchio saggio, ecco il relitto umano; nella prossima puntata, l’eremita.
Il relitto umano di Dario Solera(*)
In ogni ufficio che si rispetti è presente almeno un relitto umano. Non ha mai nulla di grave, ma soffre sempre di qualche acciacco che andrebbe bene per qualcuno molto più senior, non per una persona nel fiore degli anni. Riportiamo a titolo di esempio un piccolo estratto dei malanni che gli capitano.
Inverno: virus intestinale, bronchite, laringite, faringite, otite. Da notare che indossa sempre piumino, cappello e sciarpa.
Primavera: allergia al polline, spossatezza, gastrite, sbalzi d’umore. Condisce l’insalata direttamente con gli antistaminici.
Estate: mal di schiena e/o torcicollo e/o diarrea (per via dell’aria condizionata), allergia alle graminacee, distorsione di una caviglia (gli viene la malsana idea di andare a correre e si fa male, dato che non è abituato), scottature della pelle per il sole.
Autunno: raffreddore, influenza (che di solito degenera in qualcosa di più grave, ad esempio bronchite), allergia all’ambrosia, tristezza per la caducità della vita.
Tutto l’anno: mal di testa, disturbi gastrointestinali, sinusite cronica, allergia agli acari, sfiga.
Certo, sfiga, perché il relitto umano è anche sfortunato. Se c’è qualcuno nell’intero edificio che ha qualcosa di contagioso, il nostro soggetto ha la certezza che se lo prenderà anche lui, anche senza incontrarlo di persona. È una specie di calamita per le malattie. Sono i malanni a trovare lui. Lo cercano da dietro gli angoli, da sotto le scrivanie, insidiosi e perfidi, e poi colpiscono duro.
È anche necessario tenerlo d’occhio per la pianificazione delle attività: se sta bene per un periodo abbastanza lungo (diciamo un mese), allora è statisticamente certo che si ammalerà molto presto e sarà quindi meglio predisporre un sostituto. In realtà è un aspetto molto vantaggioso, visto che di solito non si può prevedere quando le persone del team saranno assenti per malattia. Col relitto umano invece sì!
La vita del nostro personaggio non è facile, bisogna dirlo. Deve viaggiare con un set minimo di medicinali che variano in base alla stagione ma che includono sempre ibuprofene, paracetamolo, acido acetilsalicilico, antiacido, caramelle per la gola e antidiarroici. Il suo medico di base, se non lo vede arrivare almeno una volta al mese, lo chiama per verificare che non sia morto.
Però una piccola soddisfazione ce l’ha, il nostro relitto umano. Ogni anno, poco prima di Natale, riceve una cartolina di auguri personalizzata dall’INPS con scritto “Continua così”. Già, perché probabilmente avranno una pensione in meno da erogare, tra qualche anno.
(*)Dario Solera è un milanese che “lavora coi computer”, anche se in realtà lavora con gli umani. Le macchine sono la parte facile. Gli umani invece… Fugge dalla città appena possibile e ama riferire che legge e scrive fantascienza.