E’ chiaro che alla nostra tradizione musicale non appartiene la musica “soul” e R&B: ritmi che ci arrivano dalla cultura afroamenricana, e che entrano dritti nel cuore, con la loro energia, profondità, potenza e ritmo. Sono musiche che esprimono la vita: testi che chiedono rispetto, parità di diritti, oltre a parlare dell’amore spesso in modo femminile, aperto e romantico insieme, con musica suonata da un’intera orchestra e voci di cori o di solisti, donne o uomini, che sanno davvero commuovere. Una musica che coinvolge, e che porta sempre a muoversi, a battere le mani, a trasformare l’ascolto in un momento di partecipazione di tutti i sensi. Come infatti è avvenuto al Teatro Manzoni a Milano dove, dal 19 al 21 aprile scorsi, c’era Amii Stewart a guidare le altre interpreti, Lucy Campeti e Francesca Haicha Tourè, oltre a Will Weldon Roberson, Jean Danquin e con la partecipazione di Sergio Muniz: la Grande Orchestra dal vivo in scena accompagnava le musiche di James Brown, Arteha Franlin, Tina Turner, Otis Redding e altri. Per una serata che ha portato ben 26 brani, oltre a numerosi cambi di costume e di scena. Sullo sfondo la storia delle “Dreamsester’s”, il gruppo di tre ragazze di colore che inseguono il successo grazie alle loro incredibili doti vocali, in un’America anni ’60 e ’70, delle possibilità e dei sogni che si avverano. Di nota in nota, da canzone a canzone, il ritmo entrava in sala, per concludere la serata con tutto il pubblico in piedi a battere le mani e a muoversi, sperando che orchestra e interpreti non interrompessero il viaggio nei ritmi soul che stava coinvolgendo, in modo reale e insolito, tutto il pubblico.
24 Aprile 2016