Largo ai vecchiRipetitiva e stanca la manifestazione per il 25 aprile

Lo scrittore del tardo '800 Alfredo Oriani ci racconta con efficacia le stanche e sciatte manifestazioni patriottiche di fine secolo con vecchi garibaldini, qualche volta poco attendibili, che si t...

Lo scrittore del tardo ‘800 Alfredo Oriani ci racconta con efficacia le stanche e sciatte manifestazioni patriottiche di fine secolo con vecchi garibaldini, qualche volta poco attendibili, che si trascinavano nella noia più profonda dietro a retorici leader politici dell’epoca. Sembra, in quella prosa, di ritrovare un poco la situazione delle nostre manifestazioni e cortei nel ricordo del 25 aprile del ’45.

Anche quest’anno a Milano si è svolto il corteo che da Piazzale Oberdan porta a Piazza del Duomo organizzato dall’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) che è l’Associazione dei Partigiani comunisti da cui, a suo tempo, si distinsero l’Associazione dei Partigiani socialisti e laici e l’Associazione dei Partigiani cattolici. Organizzazioni oggi praticamente scomparse, anche perché i più giovani partigiani di allora, quando siano ancora viventi, sfiorano i novant’anni. Radio Popolare ha intervistato sotto il palco della manifestazione un improbabile Partigiano che denunciava, nel ’45, tredici anni.

Per dare al corteo un minimo di significato sono sfilati insieme i principali candidati per la poltrona di Sindaco di Milano che si sono dati anche velocemente una stretta di mano: il candidato della destra, Parisi, ha avuto pochissime contestazioni, il candidato della sinistra, Sala, pochissimi applausi anche perché non riconosciuto dalla folla. Nel tentativo di ravvivare la manifestazione c’è stata la solita ricorrente contestazione, quest’anno assai labile, alla Brigata Ebraica. Contestazione assolutamente incomprensibile perché la Brigata Ebraica ha svolto a suo tempo un ruolo combattente tra coloro che liberarono l’Italia dall’occupazione Nazi-Fascista mentre i contestatori, che si rifanno alla storia palestinese, non ricordano di essere stati all’epoca esattamente dall’altra parte.

Gli oratori dal palco, scelti dall’ANPI con criteri anni ’50, avevano come punta di riferimento il Presidente della stessa associazione, il Professor Smuraglia, che ha proferito un forte discorso strettamente ripetitivo dei settantun discorsi che dalla liberazione in poi, alla stessa data, si sono potuti udire in Piazza del Duomo. Tutti concetti giusti e largamente sottoscrivibili ma ormai lontani dalla nostra esperienza.

Al termine dei comizi la folla, pacifica e spesso familiare, si è dispersa rapidamente come coloro che pensano di aver compiuto un dovere senza però aver capito che quest’anno la “tradizionale” manifestazione aveva in sé un contenuto particolare perché a ottobre si dovranno votare, con referendum popolare, le modifiche della Costituzione approvate ad oggi dal Parlamento. Dunque la coincidenza, sottolineata da Smuraglia, della Liberazione con la Costituzione prevede che la seconda non sia variabile e vada difesa per non tradire i valori della Resistenza. La paleo tesi è discutibile come, del resto, discutibili sono le varianti espresse alla Costituzione ma la difesa puramente conservatrice del nostro strumento istituzionale è sicuramente un errore.

Vedremo il 25 aprile dell’anno prossimo cosa sarà successo.

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