Russia e dintorniUcciso Motorola, capo militare dei ribelli di Donetsk

Dilaniato da una bomba piazzata nell'ascensore dell'edificio in cui viveva: è morto così Arseni Pavlov, meglio noto come 'Motorola', uno dei più famigerati leader militari dei separatisti di Donets...

Dilaniato da una bomba piazzata nell’ascensore dell’edificio in cui viveva: è morto così Arseni Pavlov, meglio noto come ‘Motorola’, uno dei più famigerati leader militari dei separatisti di Donetsk. Il suo omicidio rischia di gettare nuova benzina sul conflitto nel sud-est ucraino, ma non è per niente chiaro chi abbia ordinato di eliminare questo controverso personaggio accusato di efferati crimini contro nemici ormai inermi.

Se il ministero della Difesa dei ribelli filorussi locali ha subito parlato di “un atto terroristico delle forze speciali ucraine”, il presidente dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Aleksandr Zakharcenko, è andato ben oltre: “Possiamo dire che il presidente ucraino Petro Poroshenko ha rotto la tregua e ci ha dichiarato guerra”, ha tuonato. E parole sulla stessa lunghezza d’onda sono arrivate dal capo dei ribelli di Lugansk, Igor Plotnitski, che ha accusato le autorità di Kiev di aver “scelto la strada della guerra”.

In realtà non si sa chi abbia fatto fuori ‘Motorola’. Certo, potrebbero essere stati gli 007 ucraini: questo 33enne russo trasformatosi nel Donbass in un capo militare era infatti accusato di aver ucciso dei prigionieri di guerra. Anzi, lui stesso in un’intervista aveva confessato senza vergogna di averne ammazzati 15. “Uccido se voglio, se non voglio no”, aveva detto al Kyiv Post. E il mese scorso Poroshenko se n’era ricordato, assicurando che quel “mostro” avrebbe “risposto” dei reati commessi. Non si può però neanche escludere la pista della faida interna. ‘Motorola’ – che a quanto pare era ai ferri corti con un comandante ribelle di etnia abkhaza – non è infatti il primo leader separatista che viene ucciso in circostanze misteriose, e in casi simili amici e parenti delle vittime hanno spesso puntato il dito contro comandanti rivali o addirittura contro i servizi segreti di Mosca, accusata di sostenere militarmente i filorussi e di manovrarli come burattini.

A uccidere ‘Motorola’ – soprannominato così perché esperto di comunicazioni militari – potrebbe anche essere stato un misterioso gruppo neonazista ucraino. Sul web c’è infatti un video in cui quattro uomini armati e a volto coperto rivendicano l’attentato e minacciano i leader separatisti: “Zakharcenko e Plotnitski, sarete i prossimi”, urla uno di loro. Sarebbero dei militanti della poco conosciuta ‘Divisione misantropa’, ma il leader del gruppo estremista ha smentito che il filmato sia stato fatto dai suoi, e molti esperti nutrono seri dubbi sull’autenticità della rivendicazione. Il video tra l’altro sembra calzare a pennello con la propaganda del Cremlino, che, approfittando dell’effettiva presenza di battaglioni di volontari di estrema destra tra gli ucraini, dipinge il conflitto nel Donbass come una lotta per la libertà contro “i fascisti” di Kiev. Oggi la tv russa ha definito ‘Motorola’ un “personaggio leggendario”. Ieri Zakharcenko ha detto di considerarlo “un eroe”. Ma gli eroi non uccidono i prigionieri a sangue freddo.

(Ansa, 17 ottobre)