Banca(rotta)I guai di Veneto Banca con l’A.G.C.M. e la reputazione delle banche ai minimi storici: di chi la responsabilità maggiore? “Dei clienti ignoranti”: parola di Consob (ma non solo)

E' di giovedì 3 novembre scorso l'ennesima mattonata che va ad infrangere (forse definitivamente) lo "specchio reputazionale" dove le banche ancora cercavano e speravano di ritrovare - alla stregua...

E’ di giovedì 3 novembre scorso l’ennesima mattonata che va ad infrangere (forse definitivamente) lo “specchio reputazionale” dove le banche ancora cercavano e speravano di ritrovare – alla stregua della regina (nella fiaba di Biancaneve) che interrogava sempre lo specchio fatato – le tracce delle antiche virtù che furono, cioè: trasparenza, lealtà e correttezza.

L’A.G.C.M. (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), infatti, è nuovamente intervenuta all’interno del mondo bancario per iniziare una severa istruttoria a carico della Veneto Banca (n° provv. PS10602), dopo che in data 6 settembre aveva già irrogato una sanzione alla “cugina” Banca Popolare di Vicenza (vd. al riguardo il precedente post dal titolo La Banca Popolare di Vicenza e la sanzione dell’A.G.C.M.: un brutto esempio di cosa sono diventate molte banche).

Sul sito dell’Autorità è consultabile il breve comunicato stampa dal titolo: “ISTRUTTORIA ANTITRUST SU VENETO BANCA PER ABBINAMENTO DI FINANZIAMENTI E TITOLI, di cui, peraltro, riportiamo qui di seguito l’intero testo per comodità di consultazione del lettore:

Sulla base di informazioni acquisite ai fini dell’applicazione del Codice del Consumo, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento istruttorio per una presunta pratica commerciale scorretta nei confronti di Veneto Banca.
La Banca avrebbe nei fatti condizionato l’erogazione di finanziamenti (mutui, tra i quali i cc.dd. “Mutui Soci”, prestiti personali, aperture di credito in conto corrente) a favore dei consumatori all’acquisto da parte degli stessi di proprie azioni.
In particolare, nel caso dei “Mutui Soci”, che prevedono condizioni economiche agevolate rispetto ai prodotti di mutuo ordinari, al fine di ottenere gli stessi i consumatori non soci sarebbero stati condizionati a: i) acquistare pacchetti minimi di azioni della Banca, necessari per diventare soci e poter accedere ai prodotti di mutuo in questione riservati ai soci e ii) non vendere tali pacchetti azionari, al fine di mantenere la qualifica di soci e conseguentemente non perdere le condizioni economiche agevolate.
Questa condotta potrebbe integrare una pratica commerciale scorretta, in quanto idonea a limitare considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori in relazione ai prodotti di finanziamento. L’indebito condizionamento connesso alla prospettazione di poter ottenere il finanziamento solo sottoscrivendo titoli appare, infatti, qualificabile come comportamento idoneo a fare assumere una decisione commerciale che il consumatore non avrebbe altrimenti preso e ciò a prescindere dal tipo di informazione resa sulle caratteristiche e sul grado di rischiosità del titolo abbinato.
Per accertare queste condotte, nella giornata di oggi i funzionari dell’Agcm hanno eseguito una serie di ispezioni nelle sedi della Banca, con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

Ora, ferma restando la presunzione di innocenza della banca in questione fino a prova contraria, il precedente della Banca Popolare di Vicenza e la vicinanza anche geografica delle due banche non depone molto a favore dell’operato della Veneto Banca, anche alla luce di tutte le complesse vicende giudiziarie da essa attraversate ed ormai note anche al grande pubblico.

Per ripercorrere brevemente le ultime cronache giudiziarie, consigliamo di consultare l’articolo dal titolo Veneto Banca, così Consoli ingannava Bankitalia, cui rimandiamo sicuramente per ulteriori e più dettagliate informazioni.

Qui di seguito interessa soffermarsi su un aspetto particolare di tutti gli avvenimenti che si stanno succedendo a ritmo incalzante nel mondo bancario negli ultimi mesi (la risoluzione delle 4 banche, la crisi di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, la delicatissima situazione di Monte dei Paschi di Siena, la precaria condizione di Cassa di Risparmio di Genova, solo per citare quelli più noti), una sorta di fil rouge che li percorre tutti: la sistematica distruzione del rapporto di fiducia tra banche e clienti.

Proprio dopo la scriteriata risoluzione di Banca delle Marche, Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chieti del novembre 2015, che tante “lacrime di coccodrillo” ha fatto versare a posteriori ai vari Visco, Vegas e compagnia bella, a metà dicembre 2015 il presidente dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), Antonio Patuelli, in una intervista al Sole24Ore affermava testualmente quanto segue:

Le banche italiane in questo mese di dicembre versano 2 miliardi e 350 milioni per ricapitalizzare le quattro nuove banche nate con la procedura di risoluzione. Questo è un grande sforzo che grava sui bilanci 2015. E anche questo sforzo serve a dare un contributo alla ripresa della fiducia.
Noi dobbiamo lasciarci definitivamente alle spalle il terribile mese di novembre, nel quale abbiamo vissuto gli attentati terroristici di Parigi e abbiamo sperimentato l’avvio delle nuove procedure di risoluzione, con una conseguenza drammatica come il suicidio di un risparmiatore.
Dobbiamo ora voltare pagina, per ricostruire quel clima di fiducia che è indispensabile per avere un Pil più robusto nel 2016 e per ridurre ulteriormente la disoccupazione.

Notato incidentalmente il ragionamento schizofrenico di Patuelli, che non esita ad accostare i tragici attentati terroristici di matrice islamica a Parigi con l’avvio delle procedure di risoluzione (forse perché anch’essa ha provocato spargimento di sangue?!?), vorremmo domandare al Presidente ABI, ma anche al Governo, alla Banca d’Italia ed a Consob:

cosa è stato fatto dalla massime autorità (bancarie e governative) da un anno circa a questa parte al fine di “voltare pagina, per ricostruire il clima di fiducia“?!?

A tal fine basterà leggere cosa affermato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan alla Camera dei Deputati circa tre mesi fa (il 3 agosto precisamente) nella sua “Informativa urgente sullo stato del sistema bancario italiano, con particolare riferimento alla situazione del Monte dei Paschi di Siena“.

Fermo restando che ciascuno si potrà formare un’idea sul contenuto del discorso del Ministro rivedendo l’intera registrazione a questo link, ci piace riportare qui di seguito alcuni passi significativi dell’intervento che la dicono lunga su cosa e quanto sia fatto per “voltare pagina, per ricostruire il clima di fiducia“:

“1. Durante queste settimane abbiamo assistito anche a polemiche inconsulte: il Governo è stato accusato alternativamente di non aver fatto nulla o al contrario di avere interferito oltre le proprie prerogative. Molto spesso le polemiche si sono basate su informazioni del tutto fantasiose e strumentalizzazioni che finiscono per nuocere al settore e al Paese.
2. È invece necessario valutare in modo preciso sia gli stress test condotti dalle autorità bancarie europee sia il piano di rilancio del Monte dei Paschi di Siena. Le considerazioni che seguono non si basano quindi su entusiasmi improvvisati ma su dati oggettivi.
3. In altre parole: il sistema bancario italiano non è in una situazione di crisi sistemica né è fonte di vulnerabilità per altri sistemi bancari.
4. L’elevato stock di crediti deteriorati non è di per sé una minaccia per la stabilità finanziaria, visto che le risorse che le banche hanno accantonato a copertura di tali crediti e le garanzie che li assistono sono ampie. Il loro riassorbimento è necessario per facilitare la ripresa del credito a imprese e famiglie e ridurne il costo, ma questo processo richie-derà inevitabilmente del tempo per completarsi e dovrà essere valutato in un orizzonte temporale di medio periodo.
5. Torniamo ora al quadro complessivo. All’origine dei problemi del sistema bancario ci sono numerosi fattori: la crisi economica, rigidità strutturali che si sono accumulate nel tempo e a cui la politica non ha dedicato attenzione, in alcuni casi gli errori del management, in altri casi la condotta illecita del management.
6. Onorevoli Deputati, compito del Governo è di fornire indicazioni chiare e credibili della propria azione, il cui fine ultimo è la creazione di occupazione e di benessere per i cittadini. Un sistema del credito efficiente e in buona salute è un mezzo per conseguire questo fine.
Riforme attese da vent’anni stanno riconfigurando il sistema del credito affinché sostenga la crescita dell’economia nei prossimi vent’anni. Come tutti i cambiamenti, anche questi possono essere difficili ma i danni che alcuni investitori hanno registrato in questi anni hanno altre origini.
Le origini dei danni sofferti da alcuni sono evidenti. Includono la mancata rimozione di ostacoli strutturali, la cattiva gestione dei manager di alcune banche, le manipolazioni e le pratiche illecite di alcuni manager.
Davanti alle responsabilità penali di singoli individui la posizione del Governo è molto chiara: chi ha sbagliato deve pagare. E noi siamo come sempre fiduciosi nell’azione della magistratura e favorevoli alle azioni di responsabilità da parte dei nuovi organi amministrativi.
Il Governo si è fatto carico di problemi da lungo tempo irrisolti. Al tempo stesso abbiamo affrontato con pragmatismo le conseguenze della crisi e la necessità di adeguamento al nuovo quadro globale ed europeo.
Un sistema del credito che si rafforza sosterrà la crescita dell’economia. Quest’ultima, a sua volta, permetterà di accelerare il processo di aggiustamento del sistema bancario.”

In sintesi, quindi, il Ministro Padoan si autoassolve (ed assolve contemporaneamente il Governo) da ogni e qualsivoglia responsabilità in ordine alla sfiducia che ci è creata verso il sistema bancario, posto che (ripercorrendo e sintetizzando i 6 punti di cui sopra):

1. le critiche al Governo sono state pretestuose e mosse solo dal pregiudizio;

2. gli “stress test” della EBA (European Banking Authority) sono la “bibbia” ed estremamente affidabili e rigorosi;

3. il sistema bancario è sostanzialmente sano, a parte qualche piccolo problema;

4. il credito deteriorato (sofferenze, inadempienze probabili, past due, etc.) in pancia alle banche non desta preoccupazioni;

5. l’origine della crisi bancaria è esogena e, quindi, nell’ordine, determinata da fattori che nulla hanno a che vedere con le banche (congiuntura economica, congiuntura astrale, forse la Cometa di Halley?!?), a parte sporadici errori di “alcuni” managers bancari o “altri” managers che hanno tenuto condotte illeciti (tradotto: poche “mele marce”!);

6. il sistema bancario funziona bene, anche se la crisi economica si fa sentire. Perciò le origini degli evidenti “danni sofferti” dai clienti bancari attengono quasi esclusivamente alla “cattiva gestione dei manager di alcune banche”, nonché alle “manipolazioni e le pratiche illecite di alcuni manager“, cioè a “singoli individui“.

Senza voler ulteriormente commentare queste parole, che sembrano essere appena sbarcate da “Alice nel paese delle meraviglie“, facciamo sommessamente notare che perfino lo stesso summenzionato Patuelli ha definito, a proposito del precedente punto 2, gli stress test della BCE “astrusi nel metodo e nel merito“, criticandoli severamente e tacciandoli di sostanziale inaffidabilità (vd. l’articolo del Sole24Ore del 20 luglio 2016), in un raro accesso di onestà intellettuale.

Quindi ha ragione Padoan, nel difendere i dati “oggettivi” degli stress test o l’Associazione Bancaria Italiana, per voce del suo presidente, a definirli “astrusi nel metodo e nel merito”?!?

Anche questi contrasti (non da poco conto) sono mirati a “voltare pagina, per ricostruire il clima di fiducia“?!?

In buona sostanza, quindi, il Governo (per bocca dei vari Renzi, Padoan, Boschi di turno) ci dice che la sua responsabilità nella sfiducia nel sistema bancario, a tutti evidente e non negata da nessuno, non è riconducibile in alcun modo al proprio operato, perché, anzi, esso ha fatto e sta facendo di tutto per rimediare a tale situazione!

E Banca d’Italia e Consob cosa diranno per voltare pagina, per ricostruire il clima di fiducia“?!?

Tacendo per pudore di Via Nazionale (Bankit), che in ogni e qualsivoglia occasione non manca di autoassolversi affermando ai quattro venti che neanche Superman avrebbe potuto fare di più nel prevenire e gestire la crisi delle banche risolte e di quelle commissariate e non (implicitamente affermando di essere impotente di fronte al malcostume di poche “mele marce”, neanche fossimo ad un fruttivendolo!!!), è interessante andare a vedere cosa abbia affermato in più occasioni il terzo soggetto coinvolto negli scandali bancari: Consob.

Per bocca del suo presidente Giuseppe Vegas, in occasione dell’Incontro annuale con il mercato finanziario in data 9 maggio 2016, la posizione di Consob si è rilevata più che cristallina, ma non proprio originale.

Che anche tale Istituzione si sia autoassolta?!? Vediamolo!

Dice fra le altre cose Vegas:

Negli ultimi giorni, il governo ha varato un decreto-legge finalizzato a prevedere rimborsi automatici, al ricorrere di determinate condizioni, per coloro che avevano sottoscritto obbligazioni subordinate prima del 12 giugno 2014, nonché procedure per la tutela dei risparmiatori truffati.
Occorre ricordare che i prospetti e i supplementi informativi che accompagnavano le emissioni delle obbligazioni subordinate delle quattro banche erano stati redatti nel rispetto delle regole di trasparenza previste dalle norme sul prospetto informativo, il cui contenuto è disciplinato direttamente da un regolamento comunitario. In fase di loro approvazione, Consob ha valorizzato tutte le informazioni in proprio possesso, incluse quelle trasmesse dalla Banca d’Italia.
I prospetti in questione hanno dato massima evidenza a tutti i fattori di rischio connessi alla complessità degli strumenti e alla situazione in cui versavano le banche. Essi specificavano che l’investitore avrebbe potuto perdere l’intero capitale investito in caso di liquidazione o di procedure concorsuali. Questi elementi sono stati inseriti nella parte relativa ai fattori di rischio e, nei casi più significativi, sono stati ripresi e sintetizzati nella prima pagina dei prospetti, nella sezione denominata «avvertenze per l’investitore».
Sono in corso accertamenti, da parte dell’Istituto e dell’autorità giudiziaria, in ordine al rispetto delle regole di condotta nel collocamento di questi prodotti alla clientela retail.
Le vicende relative alla liquidazione delle quattro banche non mettono in discussione la validità di fondo dei modelli di vigilanza sulla prestazione dei servizi d’investimento.

Perciò la risposta è sì: anche Consob si autoassolve e dice che non poteva fare più di quello che ha fatto!!

Quindi nell’ordine Governo, Banca d’Italia, Consob ed ABI si autoassolvono e dicono che non sono responsabili della crisi di fiducia nel sistema bancario, probabilmente determinata da poche “mele marce” e non certo da mancata vigilanza, regole tutt’altro che cristalline e commistione di politica-finanza-malaffare.

Tutti assolti: nessun responsabile! O meglio no: forse un responsabile c’è e le autorità summenzionate sono (ancora) unanimi nell’individuarlo.

Dice, infatti, testualmente nel succitato discorso Vegas:

Qualsiasi misura non basta se il risparmiatore non è in condizione di comprendere le informazioni che riceve, soprattutto in una realtà che è diventata sempre più complessa.

Obiettivo che si può perseguire diffondendo una più solida educazione finanziaria, a cominciare dalle scuole.

Ma certo, finalmente il vero colpevole è venuto alla luce del sole: la crisi di sfiducia nel sistema bancario è in larga parte colpa dei clienti/risparmiatori (?!?).

Essi, infatti, non capendo assolutamente nulla di quanto nell’ordine:

► il Governo tuteli i loro interessi e non quelli dei poteri forti,

► le banche siano cristalline e trasparenti e quasi autolesioniste preferendo fare meno utili piuttosto che vendere ai clienti/risparmiatori prodotti poco comprensibili;

► Banca d’Italia si danni l’anima per estirpare il malcostume dal mondo bancario;

► Consob li tuteli in forme sublimi con indicazioni alla banche stringenti;

non capendo tutto questo in quanto obnubilati dalla loro profonda ignoranza, i clienti/risparmiatori si sono auto-convinti, senza alcun motivo plausibile e presi da una totale irrazionalità, che le banche non meritino più fiducia.

Davvero questa – cari Governo, Banca d’Italia, Consob, ABI e via discorrendo – è la soluzione individuata da cotante menti autorevoli e brillanti per voltare pagina, per ricostruire il clima di fiducia“?!?

Alla luce dei fatti, pare proprio di sì, per la qual cosa che dire? Non ci resta altro che sperare di essere su…

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