10% Di matrimonio gay e altre amenitàDa Torino al mondo, andata e ritorno (2 anni dopo)

Il giro intorno al mondo, una delle idee più affascinanti da secoli, che ha tentato dapprima esploratori, poeti e commercianti fino ai backpackers dei giorni nostri. Dal più celebre expat della sto...

Il giro intorno al mondo, una delle idee più affascinanti da secoli, che ha tentato dapprima esploratori, poeti e commercianti fino ai backpackers dei giorni nostri. Dal più celebre expat della storia, lo start-upper Cristoforo Colombo, fino alla generazione odierna di nomadi digitali o aspiranti tali, portali quali MolloTutto – che mi ha pure intervistato qui sulla mia esperienza itañola – raccolgono le storie di vita di chi un bel giorno si dice ‘Sai che c’è? Io vi saluto’ e parte all’esplorazione di sé tramite il continente, magari con un biglietto di sola andata.

Già perché alla fine se partire è un po’ morire, tornare è un po’ mortacci, e chi intraprende un periodo di esplorazione del globo, di certo non torna solo con racconti, foto e posti visti, ma anche con uno, nessuno, centomila sé stessi con cui fare i conti. Almeno, questo è l’aspetto che più mi fa riflettere quando fantastico sul giro attorno al mondo mentre sonnecchio in ufficio facendo finta di lavorare.

Tra i globetrotter più fichi della blogo-sfera italiana mi sono di recente imbattuta in IdeaNomade.com e dopo essermi letteralmente divorata il loro blog, ho deciso di contattarli per farmi raccontare la loro avventura da poco giunta al termine dopo 670 giorni di viaggio. Luca e Roberta, una coppia felicemente sposata, con un famiglia fantastica, con pochi soldi e una volta anche con un lavoro fisso, ad un certo punto della loro vita ha messo lo zaino in spalla e ha incominciato a viaggiare. La rotta? Ovviamente da Est verso Ovest, “mai tornare in dietro, neanche per prendere la rincorsa!” citano Andrea Pazienza.

1. Iniziamo alla Marzullo: chi siete, cosa fate e dove andate, o meglio dove siete andati?

Siamo una coppia torinese sulla quarantina, felicemente sposata, con una vita regolare; Luca era impiegato e Roberta, titolare ed educatrice di un asilo nido privato. Ad un certo punto della nostra vita, abbiamo deciso di cambiare radicalmente il nostro presente per poter realizzare il sogno di una vita: il giro del mondo, senza limiti di tempo! Ci siamo accorti che la quotidianità iniziava a starci stretta, era diventata una situazione angosciante vivere ogni giorno le stesse situazioni: casa, lavoro, famiglia etc… Stanchi di questo stile di vita, abbiamo preso i nostri zaini e abbiamo comprato un biglietto di sola andata per Ushuaia.

2. Da chi è nata l’idea e come è stata accolta dall’altro/a e dagli altri?

L’idea è nata un pò per gioco e un pò per sfida, Luca è l’artefice di questa pazza idea, anche se la passione per i viaggi ci ha sempre uniti. La prima reazione di Roberta, a questa folle proposta, è stata una risata, si sentiva troppo “vecchia” e spaventata di lasciare tutto. All’inizio non è stato facile prendere questa decisione e comunicarla ai familiari, ma man mano che il sogno prendeva forma, tutto è diventato più semplice e anche i nostri genitori (un pò titubanti all’inizio) hanno condiviso le nostre scelte.

670 giorni di viaggio – 139.872 Km percorsi – Aerei 44 – Treni 4 – Bus 230 – Imbarcazioni 57 -Veicoli (van,taxi,tuktuk,etc.) 254 – Scooter 26 – Bici 7 – Funicolari e Teleferiche 19 – N°gg di Malattia 24 – gg di Pioggia 37,5 – Foto & Video 28.574 file – N° Bottiglie di Vino 80 – Denaro Speso 47.590,08€

3. Come vi siete sentiti dopo aver presentato la lettera di dimissione ai vostri capi?

Per Roberta è stato sicuramente più difficile comunicare alla sua socia-amica che avrebbe lasciato l’asilo nido per un periodo piuttosto lungo e salutare i bimbi e le famiglie è stato duro! Invece Luca era ancora incredulo per quello che stavo facendo. All’inizio godeva di un anno di aspettativa, ma poi, mentre viaggiavamo in Nuova Zelanda, ha lasciato definitivamente il suo vecchio lavoro e la sensazione di essere un felice disoccupato gli sta piacendo parecchio!

4. Fateci morire d’invidia: i posti che non dimenticherete mai?

In Sud America la Colombia e il Cile sono i paesi che ci hanno stupito di più per la loro bellezza paesaggistica e per il calore delle persone. L’Isola di Pasqua e la Polinesia sono stati i due luoghi che più ci hanno affascinato. Per quanto riguarda il Sud Est Asiatico, il Myanmar è un paese molto accogliente e ancora genuino. Timor Est è stato una splendida sorpresa, un paese non ancora intaccato dal turismo di massa, dove i sorrisi sono ancora veri sorrisi!

5. E quali, invece, i posti che ‘… a saperlo prima non ci andavo’?

La Nuova Zelanda ci ha deluso per i suoi paesaggi monotematici e per la freddezza della popolazione, anche il Laos non ci è piaciuto granché, non siamo proprio entrati in sintonia con questi due paesi

6. Cosa porterete sempre con voi dopo questa esperienza?

La gentilezza e la disponibilità delle persone, in primis. Molte famiglie ci hanno accolto con affetto e ci hanno ospitato nelle loro case, abbiamo condiviso momenti unici e instaurato nuove amicizie. Viaggiare per lungo tempo ci ha insegnato ad apprezzare la lentezza ed assaporare ogni momento. Togliendo questi aspetti positivi, siamo ritornati a casa, anche con tante cicatrici sulle gambe.

7. Affetti e cibo a parte, cosa vi mancava di più dell’Italia?

Praticamente nulla, ad eccezione della lingua italiana, che noi reputiamo la lingua più bella del mondo!

8. La domanda da mille dollari: pronti a tornare a rinchiudervi un un ufficio? Che programmi avete in serbo per il futuro?

Il ritorno non è per niente facile, ci sentiamo come due panni sporchi messi un una grossa centrifuga, dove difficilmente verranno puliti. Durante questi due anni, abbiamo imparato a prendere tutto con semplicità, perché ogni cosa ha il suo tempo, quindi, per ora ci godiamo l’affetto dei famigliari, il calore di casa nostra e le magnifiche serate con gli amici a raccontare le nostre (dis)avventure…

Facebook: Idea Nomade