Malgrado quanto si potrebbe pensare ho simpatia per la Signora Santanchè non foss’altro perché è nata a Cuneo, terra anche della mia famiglia.
Recentemente la Signora Santanchè si è proposta di fondare un nuovo Partito Repubblicano: è materia che conosco.
Poiché sono iscritto al Partito Repubblicano dal 1963 mi permetto qui di dare alcune indicazioni alla neo mazziniana che potrà valutare e, se ritiene, seguire.
Ecco un piccolo decalogo:
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leggere tutto, mi raccomando tutto, Edward Gibbon “Storia della decadenza e caduta dell’Impero Romano”
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leggere per sommi capi le opere di Max Weber e, quotidianamente, alcune pagine della “Società aperta e i suoi nemici” di Karl Popper
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tenere a disposizione una edizione tascabile dei “Diritti e doveri del cittadino” di Giuseppe Mazzini da utilizzare nei bar e nelle riunioni di partito
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superati i sessanta (la nostra amica ha ancora cinque anni di grazia e di fortuna) vestirsi con cura ma senza audacia anche se le forme femminili sono state rinforzate e ancora esprimono una buona qualità
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nella scelta dei compagni prestigiosi ricordarsi che il Partito Repubblicano era molto legato ai costruttori di automobili non agli auto-nobili
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adattarsi con grazia alle pesanti maldicenze dei colleghi di partito che hanno queste come conversazione preferita
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avere un giusto distacco e poco apprezzamento per l’opera politica di Malagodi e di Pannella. Astenersi dall’elogiare Pertini e Cossiga
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svolgere, sinché si può, allegra e disinibita attività sessuale non però coi repubblicani spesso carenti in questo campo
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evitare di tirarsela troppo
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sapere, con certezza, che ci saranno poche soddisfazioni, pochi voti e poco danaro
In disordine e brevemente questi primi consigli alla “pantera di cuneo” ricordandole che se guarda a Trump vede la fortuna di tutto ciò che non è repubblicano e se guarda ai repubblicani deve parafrasare Zanardelli e sapere che i repubblicani sono come le patate: la parte buona è sotto terra.
P.S. Abbiamo evitato, per ragioni Face, di pubblicare una foto della nostra Signora Santanchè in topless dove esprime, anche politicamente, il meglio di se stessa. Potrete trovare la foto attraverso Google sul settimanale Chi.
Si deve dire per onestà storica che né Randolfo Pacciardi né Ugo la Malfa né Giovanni Spadolini avevano un così bel davanzale.