Da notizie riservate e non confermabili risulterebbe a questo blog ancora l’esistenza a Reggio Calabria di un Partito Repubblicano ufficiale guidato da un vecchio amico di tempi migliori cioè Francesco Nucara.
Intanto al Senato della Repubblica sembrano registrati ben quattro senatori che si definiscono repubblicani. Anche lì, dopo attente ricerche, si è appurato che i senatori repubblicani del rinato Ente Costituzionale sono “amici” del Sindaco Tosi di Verona e sono guidati dalla di lui simpatica fidanzata, una bravissima signora molto affezionata a Tosi che gli raddrizza la cravatta e cerca di dare al suo abbigliamento un’andatura meno trasandata e provinciale di quella che normalmente ha. Questo gruppo si caratterizza per la prudenza assoluta dell’azione politica che li porta a un costante silenzio, già meglio che il vociare di altri gruppi, e a un accordo con il Partito Repubblicano ufficiale che li autorizza a portare il nome in cambio di una quota del finanziamento istituzionale che viene dato al gruppo.
Tra i rigogli rinascimentali, che abbiamo in altre occasioni descritto del Partito Repubblicano, questo ci pare il migliore perché il più alieno da qualsiasi pensiero politico e quindi più facilmente ricostruibile intorno a idee di buon senso e di patriottismo repubblicano.
Sabato scorso si è svolto a Milano, organizzato dall’Associazione Mazziniana Italiana (AMI) presieduta dall’ottimo Mario Di Napoli, un convegno non tutto incentrato sul romantico ricordo del profeta repubblicano come succede di solito ma in cui si parlava di politica: l’AMI, curiosamente durante la battaglia referendaria aveva preso posizione per il NO ma oggi si trova mescolata a un fronte putinian-trumpista tutto anti europeo che collega insieme istanze dell’estrema destra con volontà di riscossa dei gruppi emarginati dell’estrema sinistra. La base, se così si può dire, risulta, malgrado la buona volontà, confusa. Mazzini, è stato ricordato, inizialmente romantico populista aveva poi cambiato la sua posizione ed è diventato il primo apostolo dell’Europa come entità politica autonoma e identificata. Con lui né Trump né Salvini né Putin né Dalema né Grillo né Travaglio centrano nulla e il pericolo ricorrente di una Russia in espansione sui piccoli paesi confinanti e quindi la difesa della loro identità è ancora presente.
Sembrerebbe che gli amici mazziniani siano ancora sanamente all’antica e credono nella società accidentale e atlantica, nella sua difesa (leggi NATO), nel mercato globale e nel progresso tecnologico anche se si rendono conto che quest’ultimo per il momento non può portare aumenti di occupazione. Finalmente questi non giovanissimi ultimi apologeti dell’apostolo genovese sembrerebbero orientati verso tutta quella somma di posizioni politiche che caratterizza una linea ideale per l’Unità Europea ovvero, per essere ancora più chiari, per gli Stati Uniti d’Europa.
Chissà se questa “linea” potrà essere adottata dai vari Tosi, Santanchè, Verdini ecc? Mi pare difficile ma noi vecchi sappiamo che la speranza muore dopo di noi.