Banchiere di provinciaLavorare nella cooperazione dà più soddisfazione-bis

In queste due settimane di silenzio su queste colonne non sono andato in vacanza da blogger-amatoriale, ma ho sperimentato, una volta di più quanto scrivevo nel mio ultimo post. Ovvero che lavorare...

In queste due settimane di silenzio su queste colonne non sono andato in vacanza da blogger-amatoriale, ma ho sperimentato, una volta di più quanto scrivevo nel mio ultimo post. Ovvero che lavorare nella cooperazione dà più soddisfazione.

Come certamente ormai saprete, le Bcc si stanno unendo in un unico gruppo bancario (nella realtà i gruppi sono due, ma come ho già scritto a dicembre, questa deleteria scissione serve a una cosa sola: separare la pula dal grano, cioè le pseudo-cooperative dalle cooperative … per questo parlo di gruppo unico), che è quello di Iccrea Holding, espressione del mondo delle autentiche Bcc.

…come si stanno organizzando le Bcc per riempire di contenuti la normativa primaria e secondaria riferita all’autoriforma del Credito Cooperativo? Con un metodo bottom up, ovvero ascoltando e facendo partecipare alla creazione dei contenuti le banche locali. Non già, quindi, questioni predefinite calate dall’altro e decise a livello centrale, ma ascolto, attenzione e partecipazione di tutte le esperienze. Perché è dal piccolo che si traggono gli insegnamenti per il grande.

Bene, e come si stanno organizzando le Bcc per riempire di contenuti la normativa primaria e secondaria riferita all’autoriforma del Credito Cooperativo? Con un metodo bottom up, ovvero ascoltando e facendo partecipare alla creazione dei contenuti le banche locali. Non già, quindi, questioni predefinite calate dall’altro e decise a livello centrale, ma ascolto, attenzione e partecipazione di tutte le esperienze. Perché è dal piccolo che si traggono gli insegnamenti per il grande.

Come dicevo non sono stato in vacanza, ma sono stato coinvolto nei gruppi di lavoro. E in quello al quale appartengo, cioè HR e Change Management, le parole che sono state più utilizzate durante l’incontro sono state: inclusione delle Bcc nella costruzione del Gruppo, coinvolgimento delle risorse delle Bcc che hanno lo skill richiesto per la materia in discussione, importanza di cogliere nel cambiamento grandi opportunità e, da ultimo, ma altrettanto importante, richiesta assidua del “punto di vista” della Bcc su ogni proposta proveniente dal Gruppo.

Bello, no? Non vorreste che fosse così anche per voi nelle organizzazioni in cui lavorate? Adesso capite perché dico che lavorare nella cooperazione dà più soddisfazione?

Perché, vedete, il metodo bottom up non è certo il più facile. Anzi, c’è da lavorare, concentrarsi, essere aperti alle novità, financo mettersi in discussione…perché questo progetto rappresenta una reale occasione di confronto e cooperazione tra Bcc che, comunque, sino ad oggi hanno vissuto autonomamente

«Niente è veramente lavoro a meno che non preferiate fare qualcos’altro», ha detto l’autore di Peter Pan con una frase che è diventata un celeberrimo aforisma e che c’azzecca in pieno con quello che ho (anche) fatto in queste due settimane. Perché, vedete, il metodo bottom up non è certo il più facile. Anzi, c’è da lavorare, concentrarsi, essere aperti alle novità, financo mettersi in discussione.

Ma le sensazioni percepite sui volti dei partecipanti al mio gruppo erano tutte positive. E non solo perché questo progetto rappresenta una reale occasione di confronto e cooperazione tra Bcc che, comunque, sino ad oggi hanno vissuto autonomamente, seppur all’interno del Movimento del Credito Cooperativo.

Gruppo nuovo, ma metodo antico per noi che stiamo nella cooperazione. E, allora, oggi c’è una nuova declinazione del nostro acronimo che fa davvero al caso nostro: BCC, Banche Caparbiamente Coerenti.

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