10% Di matrimonio gay e altre amenitàMollo tutto e cambio vita: Claudia, una che ce l’ha fatta

Si fa un gran parlare di digital nomads, ovvero coloro che - per farla breve - hanno fatto della connessione internet il proprio ufficio, ma quanti hanno poi il coraggio di rompere la rassicurante ...

Si fa un gran parlare di digital nomads, ovvero coloro che – per farla breve – hanno fatto della connessione internet il proprio ufficio, ma quanti hanno poi il coraggio di rompere la rassicurante comfort-zone per fare il Grande Passo? Durante il mio ultimo viaggio di capi di sé stessi ne ho conosciuti parecchi: e dato che noi dell’Appartamento Itañolo non conosciamo barriere e, prima che due expat in Spagna, siamo cittadine del mondo ed acerrime nemiche di ogni muro fisico o mentale, eccoci a lasciare la parola a chi un bel giorno ha deciso di fare fagotti e partire alla scoperta di sé.

Oggi facciamo quattro chiacchiere con Claudia, anema e core di www.travelstories.it.

1. Iniziamo alla Marzullo: chi sei, cosa fai e dove vai, o meglio dove sei andata?

Eccomi, mi presento: sono Claudia, classe ’79, inguaribile sognatrice e instancabile viaggiatrice. Oggi lavoro come freelance nel campo della comunicazione, ma fino al 2014 ero una triste impiegata stretta tra quattro mura: il mio stato d’animo era quello di un uccello in gabbia. Alla fine non ce l’ho più fatta: ho capito che in fondo non avevo niente da perdere e che valeva la pena provare a cambiare vita. Così mi sono licenziata e sono partita per un periodo sabbatico in Asia. Partita con in mano un biglietto di sola andata, sono tornata dopo 5 mesi e dopo tanto girovagare tra Thailandia, Laos, Vietnam, Cambogia e Singapore.

2. Come hai dormito la notte prima di comunicare il tuo licenziamento?

Felice come una Pasqua! Quando mi è stato chiaro che era l’unica cosa da fare perché psicologicamente non potevo più continuare a vivere in quella situazione di profonda infelicità, sono stata pervasa da una profonda serenità e senso di fiducia per il mio futuro.

3. In quanto tempo hai maturato la decisione?

Non saprei dirlo con esattezza, penso comunque lentamente, un poco alla volta. In fondo ho sempre avuto l’impressione che il lavoro di ufficio non facesse per me, che io avessi bisogno di una dimensione con maggiore libertà, in cui prendere io le decisioni… Il mio “piano” di licenziarmi e mettermi in viaggio è nato nel giro di pochi mesi, tutto è nato da sé una volta che la decisione da prendere mi è parsa chiara.

4. Come è stata presa da amici, conoscenti e soprattutto dalla mamma?

I miei amici più cari sono stati molto felici per me perché sapevano che stavo vivendo una situazione lavorativa che mi faceva stare male, ma erano comunque preoccupati che partissi con un biglietto di sola andata e senza un piano chiaro di dove sarei andata e cosa avrei fatto. Mamma e papà non credevano parlassi sul serio, ma si sono dovuti ricredere: erano un po’ in ansia, ma si sono dimostrati contenti per me e mi hanno seguito sui social per tutto il mio viaggio.

5. Fammi morire d’invidia: i posti che non dimenticherai mai?

Il Laos in primis, che al solo nominarlo mi fa commuovere. Un paese ancora in parte selvaggio e insolito, dove ho trascorso due mesi meravigliosi. In Laos ho visitato tanti posti, ma quelli che mi sono rimasti di più nel cuore sono stati Vientiane e la zona delle 4.000 isole, un posto fuori dal mondo e dal tempo.

6. In che misura ti ha cambiato l’esperienza?

Questa mia esperienza di viaggio non mi ha solo cambiato, mi ha letteralmente trasformata. Mi ha cambiata molto come persona, e in meglio, perché mi ha regalato grandi insegnamenti legati a me stessa e al mio rapporto con ilr esto del mondo e con l’umanità: il regalo più grande è stato proprio l’incontro con l’altro, le persone che ho conosciuto in viaggio. Questo mio “viaggione” (come lo chiamo io), ha fatto venire a galla tutte le mie debolezze ma anche i miei punti di forza: è stato un bel banco di prova, che mi è servito a conoscermi meglio e a mettere a fuoco i miei desideri e i miei obbiettivi personali.

7. Quali sono i tuoi progetti attuali e futuri, ma soprattutto li affronti con animo diverso rispetto al pre-viaggio?

Prima di partire avevo molti dubbi, ma un’unica grande certezza: che sarei tornata a casa inevitabilmente diversa, un’altra persona rispetto a quando sono partita. Se ciò secondo me è vero per qualsiasi viaggio, figuriamoci per un viaggio di 5 mesi da sola! Da quando sono tornata affronto tutto in modo diverso perché oggi sono una persona più forte e più sicura, che ha trovato la propria strada. Ora sono libera, faccio il lavoro che mi piace fare e sono il capo di me stessa (che era il mio sogno prima di partire). Il lusso più grande che ho oggi è quello di avere controllo e possesso del mio tempo: mi posso autogestire come voglio e decidere come e quando partire (perché appena posso parto sempre eh).