Duro colpo al clan dei Casalesi – la villa in stile Scarface di Casal di Principe, nel casertano, è stata sottratta al clan dei Casalesi per diventare un centro riabilitativo per la salute mentale. Il bene fu confiscato 23 anni fa ed apparteneva alla famiglia Schiavone. Brutte notizie per lo stesso clan: arrestate due figlie e la nuora di Francesco Bidognetti. Lo stesso boss, in regime di 41 bis, riusciva a comunicare dal carcere de L’Aquila. Le donne sono state tratte in arresto in un’operazione con 31 arresti su ordine della Dia di Napoli.
14 boss a rischio scarcerazione – 14 dei 25 imputati del processo “Reset” sono un piede fuori dal carcere per via di un ritardo nel deposito della sentenza che li ha condannati in primo grado e per la scadenza dei termini sulla custodia cautelare. Ad ordinare la liberazione è stato il tribunale del Riesame e tra una settimana i presunti boss potrebbero mettere anche l’altro piede fuori dal carcere. Sono in corso accertamenti preliminari.
Mafia Capitale – il GIP ha accolto le richieste di archiviazione per 113 indagati per i quali non sono stati trovati “elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio”. Tra questi l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ora invece accusato di corruzione nel maxiprocesso che ha 46 imputati e giunto alla 173esima udienza, e Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio.
Musei “antimafia” – Vincent Van Gogh, pittore olandese dell’800, può tornare a gioire. Due dei suoi dipinti sono ora in mostra al Museo e Real Bosco di Capodimonte, a Napoli, dopo essere stati rubati al Van Gogh Museum di Amsterdam quattordici anni fa e ritrovati dalla GdF in un covo della camorra a Castellammare di Stabia. Alcuni dei quadri di Dalì, Fontana, Sironi e De Chirico, invece, sono in una mostra permanente al Palazzo della Cultura di Reggio Calabria, da maggio 2016. I quadri erano nelle mani di Gioacchino Campolo, boss della ‘ndrangheta.
Minorenni e camorra – tre milioni di euro sono stati sequestrati a un presunto capo clan della camorra nel casertano che aveva depositato parte del patrimonio in buoni fruttiferi e libretti postali intestati a minorenni di età tra 1 e 13 anni. La misura è stata emessa a carico di Michele Pesce, del clan Massaro-Di Paolo, attivo nei comuni dell’est Casertano. In Calabria, invece, a proposito di minori e figli, alcuni boss della ‘ndrangheta hanno scritto al presidente del Tribunale dei minori di Reggio Calabria chiedendo di allontanare i loro figli per garantirgli un futuro migliore. “Scrivo da padre, un padre che soffre per il proprio figlio, per tutta la situazione familiare. Sono d’accordo con Lei, solo allontanandolo da questo ambiente il mio bambino avrà un futuro migliore”, ha scritto uno dei boss.