Fatevi servi degli altri – l’ha detto Papa Francesco giovedì santo ai detenuti del carcere di Paliano, nel frusinate, per la lavanda dei piedi. Per la maggior parte collaboratori di giustizia e pentiti di mafia. Per rimanere nel tema della Chiesa, l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, parlando della figura di padre Pino Puglisi, ha detto: “non esistono preti antimafia, ma soltanto preti capaci di incidere nella storia degli uomini”. Finalmente, via le etichette.
“Camorra prima delle mafie a scomparire” – l’ha detto Nicola Gratteri (famoso per la citazione “la ‘ndrangheta finirà quando finirà l’uomo”), procuratore capo di Catanzaro, perché “sta diventando sempre più isterismo, criminalità comune, che è cosa diversa dalle mafie”. Intanto la Coldiretti ha dichiarato che 5 mila ristoranti in Italia sono in mano alle mafie. Secondo la Coldiretti, il business enogastronomico gestito dalle cosche è in forte aumento perché è diventato il primo settore d’investimento delle mafie creando un giro d’affari da 22 miliardi di euro. Attenti a cosa ordinate dal menù.
Per il 71% degli studenti siciliani la mafia è più forte dello Stato – è il risultato di un sondaggio sulla percezione del fenomeno mafioso commissionato dalla commissione regionale Antimafia e sottoposto a un campione di 791 studenti universitari di Palermo, Agrigento e Trapani. E la percezione delle mafie al nord?
Chi la percezione del fenomeno l’aveva eccome era Maria Rita Lo Giudice, 24enne, laureata, nipote del boss pentito Nino Lo Giudice, che si è tolta la vita per non sentire il peso della ‘ndrangheta sul suo cognome e sulla sua vita.
“Immergetevi nel mondo affascinante della mafia siciliana” – è la provocazione del tour operator Easy Trapani, che ha creato un “Mafia Tour”, guidato da Gianni Grillo, alla scoperta dei luoghi più interessanti e famosi legati alla storia della mafia siciliana. Secondo Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti, “sarebbe meglio promuovere l’antimafia”. Sì viaggiare, dolcemente viaggiare.