Ricevo ieri in tarda notte un video avente l’aspetto di un’intervista delle “Iene” ad un sedicente deputato del PD, Stefano De Trollis, in cui una faccia da schiaffi cerca lo schiaffo. Lo fa sciorinando tutte quelle cose che i parlamentari non possono dire ma che desumibilmente pensano. Dicono che la video-intervista sia una bufala e, formalmente, lo è. Ma ha un’intrinseca verità talmente alta da far sembrare bufale tutte le interviste dei nostri parlamentari “vere”. Mi spiego.
L’intervistatrice: «A favore o contro l’abolizione dei privilegi dei parlamentari»? Risposta: «Contro». «Perché». «Perché noi deputati non facciamo un lavoro comune. Chi sta al governo e prende decisioni per tutta la Nazione merita ovviamente tutti i privilegi possibile perché senza di noi il Paese andrebbe a rotoli».
«C’è corruzione in politica?». «Sì». «Va denunciata?». «No». «Perché». «Perché le questioni di politica devono essere risolte all’interno dei partiti nelle aule, Camera e Senato. Noi deputati siamo comunque esseri umani e come tutti ci muoviamo per interessi personali. Purtroppo la maggior parte degli italiani ha un livello intellettivo molto basso e purtroppo non riesce a capire queste dinamiche».
Domanda: «Il governo tiene sotto controllo i media e le tv?». «Sì». «Perché?». «Perché come in tutti i Paesi democratici che si rispettino, il Governo non può consentire a televisioni ed a giornali di scrivere quello che vogliono in maniera autonoma. Il Governo lo fa solamente per tenere sotto controllo la situazione e far sì che la democrazia funzioni in maniera perfetta».
Avanti così.
Ora, ammettiamo subito la possibile esistenza di eccezioni, così evitiamo di perdere del tempo precisando l’ovvio. Esistono perfino leoni vegetariani (bellissima la copertina di questa settimana del “New Yorker”) probabilmente, o aquile che non sanno volare.
Ma nella sostanza, la riflessione che ti fa venire in mente questa intervista fasulla, o fake, come piace dire adesso, è che mai la distinzione tra forma e contenuto, tra morphé ed èidos è stata più stridente in termini di aletheia, ossia di verità dell’evidenza.
Se, come diceva Wittgenstein, il senso è una condizione della verità, gli enunciati di De Trollis sono tutti veri, perché spiegano lo stato delle cose: la permanenza dei privilegi dei politici, della corruzione, dell’informazione pilotata e via dicendo.
All’opposto, gli enunciati delle interviste solite, quelle “vere”, quelle in cui i parlamentari dicono il contrario, parrebbero prive di qualunque grado di verità, dal momento che non spiegano l’esistente.
Era mio dovere evidenziare due cose: il livello culturalmente alto di una simile operazione mediatica e il livello moralmente infimo raggiunto dalla nostra classe politica.
Questo video fasullo in realtà non è una provocazione ma uno svelamento o, meglio ancora, un invito di grande eleganza alla reazione.
A presto.