Se c’è una città in cui conoscono Beppe Grillo, quella città è Genova. Non stupisce quindi che alle comunali di domenica i genovesi abbiano riservato al candidato del M5s nemmeno il 20% dei consensi. Mi spiace per il candidato Luca Pirondini, agente di commercio di carne e pollame surgelato e viola di spalla e di fila al Carlo Felice.
Al ballottaggio del 25 giugno andranno il totiano-salviniano Marco Bucci (38,8%) ed il candidato dl centro-sinistra Crivello Giovanni detto “Gianni” (33,4%), con quel “detto” che fa tanto necrologio, e lo farà anche in questo caso – è facile supporre – perché il 25 giugno vincerà il centro-destra. Perché? Perché Bucci ha proposto 30.000 posti di lavoro. Ed oggi le elezioni le puoi vincere in questi due modi: con un bel faccino o promettendo lavoro.
La viola del Carlo Felice, lo vedete, non poteva vincere. Ovviamente se vinci le elezioni così è facile che alla tornata successiva le perdi, perché solitamente i bei visini non bastano per governare e perché promettere oggi posti di lavoro in Italia è qualcosa di non molto dissimile dal promettere la pioggia nel deserto.
Va da sé che questa sconfitta dei Cinque Stelle esalti il segretario del PD e trombone solista Matteo Renzi: «Gli italiani hanno capito che i Cinque Stelle non sanno decidere e sono incapaci di assumersi le loro responsabilità».
Però Matteo medesimo non ha capito che a livello nazionale sarà un’altra cosa. Se a livello locale può servire “soltanto” la buona amministrazione (ammesso e non concesso che il centro-sinistra la sappia fornire), a livello nazionale servono anche un’ideologia ed una visione del futuro che sappia proporre delle soluzioni per i problemi maggiori, che sono oggi in Italia: lo svilimento del lavoro e dei suoi diritti, la lacerazione del tessuto produttivo e, last but non least, la pochezza disperante della classe politica nostrana.
Alle prossime elezioni politiche vincerà chi saprà essere credibile nel proporre un’ideologia nazionale forte al punto da giungere direttamente al popolo senza la mediazione delle segreterie dei partiti e dei media. Il popolo sa esattamente che cosa vuole e che cosa gli serve per ottenerlo. Ascoltiamolo. Ascoltiamoci.
Il prossimo partito autenticamente popolare, il prossimo partito capace di riempire le piazze dovrà fare due cose: difendere la Patria e rilanciarne l’economia. Sono cose collegate. Mai come ora.
Questo soggetto politico è nato. Si chiama “Patria italiana”. Entro il mese inizierà la campagna di tesseramento. Fatevi trovare pronti.
A presto.