il SocialistaLa generazione Erasmus argine del populismo

Le forze anti sistema si stanno rivelando un bluff un po' in tutta Europa, l'argine al cosiddetto populismo sembrano essere proprio le giovani generazioni che il sistema lo vogliono sì cambiare m...

Le forze anti sistema si stanno rivelando un bluff un po’ in tutta Europa, l’argine al cosiddetto populismo sembrano essere proprio le giovani generazioni che il sistema lo vogliono sì cambiare ma non a suon di “vaffa” e chiudendo le frontiere ma contribuendo a costruire una nuova narrazione.

Prendiamo Jeremy Corbyn, classe 1949, membro della Camera dei Comuni dal 1983, leader del Partito Laburista dal 2015 che ha portato al 40% alle ultime elezioni generali. Uno degli elementi che ha contributo all’inaspettato risultato da parte del Partito Laburista è sicuramente il voto giovanile. Il suo appello ai giovani sembrava buono solo per Islington quartiere nella parte nord di Londra dimora di studenti di sinistra e non a tutti i giovani inglesi. Invece i risultati delle elezioni hanno dimostrato che gli under 30 amano Corbyn.

Secondo i dati Sky News l’affluenza alle urne nella fascia 18-24 è stata del 66,4% (due anni fa si fermò al 43%).

Mentre gran parte degli analisti e degli osservatori d’oltremanica erano convinti che il voto dello scorso 8 giugno – voluto fortemente da Theresa May – sarebbe servito solo a ratificare un mandato pieno per velocizzare la Brexit, i cittadini inglesi, giorno dopo giorno, si sono lasciati convincere dalla proposta politica a tutto tondo di Corbyn.

La signora May, che non è Margaret Tatcher è bene ricordarlo, ci ha messi in imbarazzo con il suo atteggiamento ostile verso gli immigrati e i lavoratori arrivati in Gran Bretagna dal resto d’Europa, ripetevano i ragazzi della generazione Erasmus sui social network parlando di elezioni.

Per i ragazzi e le ragazze questo voto era più importante di quello sulla Brexit, James Smith operaio ventisettenne di Leeds dice al Guardian “I remainers non hanno entusiasmato, non hanno fatto capire l’importanza di rimanere nell’UE ci hanno detto sostanzialmente di votare remain per lasciare tutto così com’è. Questa volta mi sono sentito come se avessi votato per quello in cui ho sempre creduto”.

È questo il principale merito di Corbyn essere stato una boccata d’aria fresca per tutti i disamorati dalla politica. Aver ricreato una connessione tra chi fin ora si era rimasto ai margini.

I giovani, la cosiddetta generazione Erasmus non si lasciano influenzare dalle campagne d’odio o di allarmismo. È successo a Parigi – dove Macron ha sfiorato il 90% dei consensi – ed è successo anche a Londra.

L’elezione di Trump è stata come una sveglia collettiva per un’intera generazione globale che ha capito che l’estrema destra può davvero prendere il potere.

Dopo Brexit i giovani erano furiosi, gli under 30 si chiedevano come potesse essere giusto che la generazione dei “nonni”, scegliendo il leave si sia trovata a dettare il futuro al Paese. Siamo cresciuti con una prospettiva europea, le generazioni più anziane hanno limitato le nostre opzioni questo il pensiero dei più giovani.

La rabbia di una generazione è stata un grande elemento motivazionale a favore di Macron prima e del Labour Party poi.

Da non sottovalutare l’ elemento comunicativo, la strategia di Seumas Milne, a capo della comunicazione di Corbyn, ha funzionato. I più giovani non leggono i giornali, si informano sui social media e sui social il leader dei Laburisti ha costruito il suo successo. Sia i leavers che Donald Trump avevano costruito il loro successo proprio sui social media. Guardando i dati il Labour è il vero vincitore della partita sul web. 1.3 milioni di fan guadagnati su Facebook, Twitter ed Instagram contro gli 848mila dei Tories. Sul principale social network, Facebook, dopo l’elezione di Corbyn il Labour ha aumentato del 61% i propri followers.

A fianco di Corbyn, il cui volto unito ad un’innata autoironia ha generato una vera e propria meme mania, alcune icone giovanili come i rapper JME e Stromzy tanto che Andy Coulson, ex capo della comunicazione del Primo Ministro Cameron, ha parlato chiaramente di disconnessione tra il Partito Conservatore e gli elettori.

Le elezioni in Gran Bretagna, ma anche quella francesci hanno dimostrato che i giovani sono un pubblico da prendere sul serio, che hanno il desiderio di partecipare al processo democratico ed i loro punti di vista hanno diritto di essere rappresentati.