il SocialistaL’Europa sui pedali

Sentirsi europei, ancor più che europeisti, pedalando in solitaria da Roma fino a Bruxelles. È questa la sfida di Lucia Bruni, bolognese, studi in scienze politiche, appassionata di biciclette ed...

Sentirsi europei, ancor più che europeisti, pedalando in solitaria da Roma fino a Bruxelles. È questa la sfida di Lucia Bruni, bolognese, studi in scienze politiche, appassionata di biciclette ed europeista convinta che è partita in sella alla sua mountain bike alla volta di Bruxelles dove arriverà il prossimo 6 luglio.

Se grazie all’Europa unita è possibile guidare da Lisbona fino a Tallin senza passare nessuna frontiera, Lucia pedalerà per oltre duemila chilometri, divisi in 18 tappe, nel cuore del vecchio continente.

Una sorta di Erasmus delle due ruote, a pedali, che la porterà in Austria passando dal Brennero e farà tappa nella Ruhr, Germania nord occidentale, una delle più grandi aree urbane europee e toccherà città simbolo come Strasburgo, la capitale politica d’Eurpoa, Schengen, in Lussemburgo dove il 14 giugno 1985 i capi di Stato di Belgio, Lussemburgo, Olanda, Francia e Germania si impegnarono ad introdurre progressivamente il regime di libera circolazione, Maastricht, in Olanda e sede del famoso trattato del 1993 che fissa le regole per entrare nell’Unione.

Ovviamente passerà anche dall’Emilia Romagna terra di Renzo Imbeni, sindaco ed europeista convinto, Romano Prodi, Presidente della Commissione Europea dal 1999 al 2004, Pierluigi Castagnetti, nel direttivo della Casa della Storia Europea. Ad accoglierla, al suo arrivo a Bologna, il Presidente della Regione Bonaccini e tanti giovani della generazione Erasmus (quella che in questo blog abbiamo chiamato col nome del maghetto nato dalla penna della Rowling).

Non un’impresa sportiva, ma un’avventura umana nata con la volontà di raccontare l’Europa ma soprattutto i suoi cittadini e i suoi simboli. C’è ormai più di una generazione che è cresciuta senza conoscere un’Europa con le frontiere, che parla le lingue ed ha passato del tempo (per studio o per lavoro) in uno degli Stati dell’Unione. Però siamo ancora lontani da avere un’identità comune. Al tempo della velocità scegliere la bicicletta significa fare una scelta di campo, in favore del rispetto per l’ambiente, ma anche prendersi del tempo per riflettere su quanto è stato fatto e quanto ci sarebbe ancora da fare.

Nel 1957 i padri fondatori con i trattati di Roma ci hanno regalato l’opportunità di un’integrazione europea possibile e concreta, è proprio in occasione di questo anniversario, i 60 anni dei trattati di Roma, che a Lucia è venuta l’idea di raccontare – a modo suo – il lato positivo dell’Europa: la libertà di movimento, le opportunità di studio, i sostegni economici, la storia, la cultura, l’arte, le autostrade, reali e digitali, la difesa dell’ambiente e dell’agricoltura.

Un viaggio, quello di Lucia, al quale siamo tutti invitati ma soprattutto del quale dobbiamo sentirci tutti partecipi. Perché il futuro dell’Europa non passa dalle decisioni che prendono freddi uomini in giacca e cravatta o donne in tailleur ma dal nostro spirito europeista. Lo stesso che ha spinto Lucia a pedalare lungo le strade del vecchio continente.

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