Giovedì scorso è uscita una nota della Commissione Europea dal titolo “Dichiarazione sull’accordo di principio tra il Commissario Vestager e le autorità italiane sul Monte dei Paschi di Siena (M.P.S.)“, consultabile nella sua interezza in lingua inglese al seguente indirizzo.
Facendola molto breve tale dichiarazione riporta i termini dell’accordo raggiunto fra il Commissario Margrethe Vestager il Ministro Italiano dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan in merito al piano di ristrutturazione della banca senese per permettere la ricapitalizzazione precauzionale della banca in linea con le norme UE.
La vicenda si avvia, quindi, ad un felice conclusione?!?
E’ da tutto da vedere e, soprattutto, bisogna vedere a scapito di chi andrà l’eventuale accordo.
Detto che la nota è piuttosto tecnica ed andrebbe letta e commentata tutta, qui di seguito, peraltro, ci preme sottolineare soltanto un punto che già acuti osservatori, quale l’ottimo Nicola Borzi de IlSole24Ore nel suo pezzo dal titolo “Il piano MPS e il sacrificio dei bondisti subordinati“, hanno già sottolineato :
il “bagno di sangue” che colpirà gli obbligazioni subordinati, alla stregua di quanto già successo per le quattro “banchette” poste in risoluzione nel novembre 2015.
Tanto per rimanere sulla crudezza dei numeri, che spesso dicono molto più di illuminati commenti (per approfondimenti rimandiamo al precedente post dal titolo La “proposta indecente” di M.P.S. (di conversione volontaria di alcuni bonds) e Garibaldi: quando gli opposti si sfiorano), ricordiamo che ballano sul tavolo 2 miliardi e 160 milioni di euro circa di obbligazioni subordinate piazzate ad una sterminata platea di piccoli risparmiatori, che dovrebbero subire la sorte degli obbligazionisti “azzerati” delle quattro banche poste già in risoluzione, lì per una anticipata applicazione del bail-in, qui per una applicazione dei principi del burden sharing.
Aldilà di poco comprensibili tecnicismi e di dotte dispute giuridiche al riguardo, il risultato pratico non cambia: coloro che avessero detenuto obbligazioni subordinate soggette a burden sharing vedranno tale capitale di fatto azzerato e stiamo parlando di circa 40.000 risparmiatori!
C’è, però, una differenza sostanziale nei due casi e tale cesura è ben delineata nel comunicato del Commissario Vestager, che vale la pena di leggere in originale:
Compensation of retail junior bondholders for mis-selling
► Retail junior bondholders should be adequately informed about potential risks when they decide to invest in a financial instrument. In case they were mis-sold, banks can ensure that there are no adverse effects on retail junior bondholders. Such compensation is an entirely separate consideration to burden sharing under EU State aid rules.
► MPS will compensate retail junior bondholders who were mis-sold by converting these bonds into equity and buying those shares from the retail investors. MPS will pay retail investors in more secure senior instruments.
Tradotto liberamente (per renderlo più comprensibile a quei lettori che non fossero esperti in materia) il succitato passo suona così:
Compensazione degli obbligazionisti junior al dettaglio per vendita abusiva (scorretta)
► Gli obbligazionisti junior al dettaglio (i.e. i risparmiatori) dovrebbero essere adeguatamente informati sui rischi potenziali quando decidono di investire in uno strumento finanziario. Nel caso in cui tali strumenti finanziari fossero stati venduti abusivamente, le banche possono garantire che non ci sono effetti negativi sugli obbligazionisti junior al dettaglio. Tale indennizzo non soggiace alla normativa sul burden sharing ai sensi delle norme in materia di aiuti di stato dell’UE.
► M.P.S. risarcirà gli obbligazionisti junior al dettaglio, che sono stati vittima di una vendita abusiva, convertendo tali obbligazioni in azioni e ricomprando tali azioni dagli investitori al dettaglio. M.P.S. pagherà gli investitori al dettaglio mediante l’offerta di più sicure obbligazioni senior (cioè non subordinate).
Cosa di evince da tale passaggio della dichiarazione del Commissario Vestager? Sostanzialmente una cosa molto chiara, ma anche molto complessa:
per avere una benché minima possibilità di vedersi restituire i soldi impiegati in obbligazioni subordinate M.P.S., i risparmiatori dovranno dimostrare di essere stati soggetti passivi ed inconsapevoli di una vendita abusiva da parte della banca senese: facile da scrivere, molto difficile – se non impervio – da dimostrare per il generico piccolo risparmiatore!
La banca, infatti, si era cautelata già da fine ottobre 2015, inviando agli ignari risparmiatori una comunicazione, riportata nel quadro qui di seguito, nel quale l’istituto avvisava che la classe di rischio delle obbligazioni subordinate di cui erano in possesso passava da “limitato” a “moderato”.
Posto che, come da comunicazione del Commissario Europeo, agli obbligazionisti subordinati resta solo la “chance” di eccepire il comportamento fraudolento della banca e, quindi, di dimostrare in giudizio di essere stati vittime inconsapevoli di “mis-selling” (i.e. “vendita abusiva”), qualcuno della Commissione Europea, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di Banca d’Italia o di Consob vuole cortesemente spiegare agli ignari risparmiatori come potrebbero fare ciò?
E la marea di cause civili/penali – che plausibilmente comincerà a riversarsi su tutti i Tribunali italiani – in materia di obbligazioni subordinate che effetto potrebbe avere sulla ricapitalizzazione della banca?
Qualcuna delle Autorità Italiane o Europee si è presa la briga di valutare tali effetti per il buon fine della ricapitalizzazione precauzionale e per valutare l’effettivo esborso a carico dei contribuenti mediante l’ingresso in capitale del MEF?
Ricordiamo che un tale onere di prova dovrebbe sobbarcarsi il risparmiatore di una delle quattro “banchette” poste in risoluzione allorché uscirà (se mai uscirà) il famigerato “arbitrato”, dovendo dimostrare – in buona sostanza, semplificando molto la questione! – di essere stato truffato dalle banche al fine di vedersi riconosciuto il 100% del capitale impiegato nell’acquisto delle obbligazioni subordinate.
In caso non fosse raggiunta la prova provata di tale comportamento l’arbitrato diventerebbe un vero e proprio boomerang per il risparmiatore perché non solo non si vedrebbe riconosciuto il diritto al rimborso, ma dovrebbe anche, molto plausibilmente, pagare spese di lite non proprio economiche.
Oltre il danno la beffa, ma… tutto va bene, madama la marchesa: tutto va bene, va tutto bene! Vero Ministro Padoan e Governatore Visco?
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