Banca(rotta)Una pungente interrogazione di un parlamentare sul ruolo di Bini Smaghi nella crisi bancaria in atto

Torniamo ad occuparci del dott. Lorenzo Bini Smaghi, banchiere italiano di cui avevamo già commentato alcune dichiarazioni nel precedente post dal titolo Lorenzo Bini Smaghi e quell'inquietante ven...

Torniamo ad occuparci del dott. Lorenzo Bini Smaghi, banchiere italiano di cui avevamo già commentato alcune dichiarazioni nel precedente post dal titolo Lorenzo Bini Smaghi e quell’inquietante vento omertoso (o peggio?!?) che aleggia all’interno del sinistrato mondo bancario, alla luce di una ficcante, quanto interessante interrogazione parlamentare presentata dal deputato aretino Maurizio Bianconi.

Si tratta, in verità, della quarta iniziativa similare in merito al ruolo rivestito dall’economista fiorentino vicino al cosiddetto “Giglio Magico”, considerando che le precedenti tre richieste sono ad oggi rimaste senza una qualsiasi risposta formale da parte dei rappresentanti del Governo.

Posto che per un breve profilo di Bini Smaghi rimandiamo al succitato post, qui di seguito si riporta per intero il testo dell’interrogazione del 3 giugno scorso, in quanto contiene degli spunti molto interessanti:

Interrogazione Bianconi 03/06/2017
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dei rapporti con il Parlamento, al Ministro dell’ Economia e delle Finanze
per sapere
premesso che:
Nei mesi di maggio e di agosto del 2016 furono presentati atti di sindacato ispettivo dall’interrogante rimasti ad oggi senza risposta.
Nel mese di gennaio 2017, l’interrogante rivolse appello al Governo, per una risposta poiché il reiterato silenzio avrebbe potuto apparire complice di una situazione che poteva sembrare frutto di manovre speculative, neppur celate, e forse anche di un disegno con contorni penali da valutare.
Ancor oggi il silenzio è il tratto distintivo dell’Esecutivo.
Le interrogazioni riguardavano le mosse, a dire dell’interrogante, preordinate e messe in essere principalmente dal dr. Bini Smaghi, a danno di Banca Etruria e del sistema bancario toscano e a favore della Societe Generale, di cui il ridetto Bini Smaghi è presidente,che miravano alla distruzione delle concorrenti territoriali di Chianti Banca e all’ occupazione di quest’ultimo istituto.
Si denunciava in quelle interrogazioni che il piano prendeva le mosse dalla cessione di circa 300 milioni di crediti deteriorati di Banca Etruria ad un prezzo esageratamente basso (circa il 15% del nominale) soltanto pochissimi giorni prima del decreto governativo sulle 4 banche (fra cui Banca Etruria). I crediti venivano ceduti a Fonspa, di cui Bini Smaghi è mentore. Tale cessione per quel prezzo dava il via ad un processo prevedibile (e secondo l’ interrogante previsto) e come nelle interrogazioni esplicitato, mirato alla distruzione non solo finanziaria di Banca Etruria per consentire gli accessi al territorio di Chianti Banca o meglio di Societe Generale.
Ad un certo punto di questo disegno il dr. Bini Smaghi, attraverso Societe Generale di cui è Pesidente, era Advisor Banca Etruria, azionista ChiantiBanca, con Fonspa acquirente di crediti deteriorati e in persona Presidente di Chianti Banca. Cioè occupava (sostanzialmente) tutti i gangli vitali dell’operazione in totale conflitto d’interessi e in quella posizione, rilasciava interviste e dichiarazioni, sulla conclamata volontà di Chianti Banca, e dunque di Societe Generale, di occupare il territorio già di Banca Etruria e per altro verso di MPS.
Sempre in quella posizione iniziava l’aggressione al board e alla stabilità di Chianti Banca, rendendosi promotore sia degli interventi noti sia del loro sostegno mediatico, sia dell’ operazione discredito sulla falsariga di Banca Etruria, coll’evidente scopo di distruggere il contesto per poi ricostruirlo a uso e consumo degli interessi da Bini Smaghi rappresentati.
Così senza neppur curarsi di velare l’operazione, come si apprende da una ”lettera aperta pubblicata da alcuni soci di Chianti Banca” che Bini Smaghi, allora Presidente di Chianti Banca, cedette crediti deteriorati del valore di €64.464.000 per la ridicola cifra di € 5.450.000 a (ma che combinazione!) FONSPA, dove Bini Smaghi e’ ben rappresentato come è noto essendo nel board del maggior azionista.
Ebbene la reiterazione dei fatti, ripetuti ad litteram quasi in guisa seriale, il disegno ormai chiaro, i contorni penali di questi comportamenti fotocopia destano, a dir poco, interrogativi e preoccupazioni;
(ciò premesso si chiede:)
►se, visto il ripetersi di tali allarmanti episodi e la reiterata inefficacia dell’organo di controllo, non si ritenga di dover intervenire con iniziative tese a sopperire a lacune fattuali con interventi anche normativi;
►se vista l’abnormità ed il reiterarsi di tali situazioni non si intenda operare ed inserirsi in un’opera di moral suasion;
►se non si abbia qualche altro strumento per far terminare questa situazione malsana anche perché a quanto è dato sapere la Magistratura non risulta essersi efficacemente attivata.
Maurizio Bianconi
In Roma, lì 03/06/17

Senza entrare nel merito di quanto esposto, le critiche/accuse mosse dal deputato aretino sembrano piuttosto circostanziate e se anche solo una parte dei rilievi mossi fossero veri, riteniamo che vi sarebbe molto materiale per la Magistratura civile, se non, addirittura, penale.

In verità molte cose contenute nell’interrogazione parlamentare di cui sopra non sono una novità: basti, ad esempio, sentire cosa dicevamo in alcune trasmissioni televisive da molti mesi a questa parte.

Il video sotto riportato riporta, ad esempio, l’estratto di un intervento in cui sono descritti precisi scenari circa il ruolo del dott. Bini Smaghi nella vicenda delle quattro banche risolte nel novembre 2015.

 https://www.youtube.com/embed/QBUIodLGUtM/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Alla luce di quanto sopra sarebbe davvero un dovere istituzionale verso tutti gli investitori ed i risparmiatori che il Governo desse, finalmente, una risposta chiara e precisa ad un rappresentante del Parlamento, aldilà delle correnti e degli interessi politici, perché ciò che qui è in ballo è l’interesse superiore dell’Italia – che dovrebbe prevalere sui singoli particolarismi – ad avere un sistema bancario correttamente guidato e vigilato e, soprattutto, trasparente.

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