Pop cornNel nome del popolo italiano. Per non dimenticare mai

Più vera della verità c’è solo la storia, non dobbiamo mai dimenticarlo. Appartengono alla storia del nostro Paese anche le ferite più profonde, come quelle provocate dalle stragi di mafia e che a...

Più vera della verità c’è solo la storia, non dobbiamo mai dimenticarlo.

Appartengono alla storia del nostro Paese anche le ferite più profonde, come quelle provocate dalle stragi di mafia e che abbiamo il dovere civico di non cancellare mai. Ci sono uomini e donne, nomi e cognomi, vite umane spezzate che raccontano più di ogni altra cosa la lotta alle mafie, al terrorismo, e che non vanno dimenticati. Con il progetto “Nel Nome del Popolo Italiano”, la Rai vuole rafforzare questa memoria collettiva, mettendo in luce quattro figure di primissima importanza: Vittorio Occorsio, Piersanti Mattarella, Natale De Grazia, Marco Biagi. Per conoscere meglio questo progetto ne abbiamo parlato con la produttrice del format, Gloria Giorgianni, AD e founder di Anele. La serie serie di 4 docu-film, da 60’, andrà in onda in prima visione assoluta il 4, 5, 6 e 7 settembre 2017, in seconda serata, su Rai 1.

Perché la scelta di questi 4 eroi? Che cosa volete far emergere da progetto cinematografico “Nel Nome Del Popolo Italiano”?

Abbiamo scelto questi 4 personaggi perché le loro vicende puntano l’attenzione su quattro grandi temi che negli ultimi decenni hanno segnato la Storia Italiana e ancora la segnano: la giustizia per Vittorio Occorsio, la lotta alla mafia e la questione meridionale per Piersanti Mattarella, il lavoro per Marco Biagi e l’ambiente per Natale De Grazia. Questo filo che unisce storie del passato “da non dimenticare” con la cocente attualità permette anche alle nuove generazioni di orientarsi e comprendere meglio quanto accade nel presente.

Sul difficile lavoro di scrittura di queste storie, e su come siano diventati soggetti filmici, ne abbiamo parlato Con Marco Videtta, autore di soggetti e sceneggiature di 3 dei 4 docu-film del progetto: Vittorio Occorsio, Piersanti Mattarella, Natale De Grazia,

4 docu fiction che sono 4 detection giornalistico-narrative. Che cosa dobbiamo aspettarci di più di quanto non si sappia già?
Il punto è che non si sa, o non si ricorda, quasi più nulla di questi quattro personaggi che hanno legato i loro destini personali a momenti tragicamente decisivi della nostra storia. Quando abbiamo chiesto a giovani e meno giovani chi fossero Vittorio Occorsio o Piersanti Mattarella o Natale De Grazia non ci hanno saputo rispondere. La loro memoria è stata cancellata e con essa vicende cruciali che hanno soffocato forse per sempre la speranza di un cambiamento in positivo del nostro paese. Quanti sanno che, subito dopo aver bocciato l’energia nucleare con un referendum, l’Italia tra la fine degli anni ’80 e la metà dei ’90 ha accettato di fare da discarica delle scorie nucleari di mezza Europa? E che a tale scopo decine e decine di navi imbottite di rifiuti radioattivi sono state deliberatamente affondate nei nostri mari? E che un semplice capitano della Guardia Costiera di Reggio Calabria era riuscito a localizzare alcuni di questi relitti nelle profondità marine e che per questo è stato ucciso in circostanze misteriose?

Quanti sanno che un giudice incaricato delle indagini sulla strage di piazza Fontana, dopo essersi reso conto di essere stato depistato dai servizi segreti, invece di nascondere la testa nella sabbia come molti suoi colleghi, decise di continuare a indagare, fino a scoprire trame che collegavano il terrorismo neofascista con la massoneria deviata di Licio Gelli, molto prima dello scandalo P2?

Tuttavia il taglio dei documentari non è giornalistico. Direi piuttosto narrativo. Intrecciando il racconto delle vite pubbliche e private di quattro figure emblematiche, abbiamo voluto affrontare tematiche che sono di grande attualità: l’indipendenza della magistratura, la politica come spirito di servizio, i cambiamenti nel mondo del lavoro, la minaccia all’ambiente.

Il punto di vista è quello delle nuove generazioni. La scelta del docu fiction nasce da un’esigenza didascalica?
Avere chiesto ai discendenti di spiegarci quale lascito morale, politico e umano abbiano ereditato dai loro nonni o genitori ci è sembrato un modo non didascalico ma emotivamente “caldo” e narrativamente diretto per tracciare i ritratti di quattro uomini al tempo stesso così “normali” e così straordinari.

Come è stato lavorare con dei testimoni diretti del tragico evento?

Impegnativo ma appassionante.
Impegnativo perché in molti di loro le ferite sono ancora aperte e non è stato facile penetrare la loro corazza di diffidenza e conquistare la loro fiducia.
Sollecitare ricordi dolorosi, rievocare momenti felici e perduti, veder riaffiorare una rabbia giustificata è qualcosa di molto delicato e coinvolgente. Bisogna essere rispettosi senza rinunciare a toccare la genuinità dei sentimenti. Un equilibrio difficile perché non va dimenticato che le storie che raccontiamo sono ancora oggi, dopo decenni, avvolte in una fitta nebbia di mistero. Nel caso di Piersanti Mattarella non sono mai stati identificati gli esecutori materiali del suo assassinio e nonostante molti boss mafiosi siano stati condannati come mandanti, non è stata fatta luce sulle connessioni tra mafia e politica.

Nel caso di Natale De Grazia addirittura è stato negato che si sia trattato di omicidio, a dispetto di ogni evidenza.

Quali sono state le principali scelte e azioni politiche che hanno messo in pericolo la vita di Piersanti Mattarella?

Col suo carisma politico era riuscito a sconfiggere i notabili democristiani collusi con la mafia. Aveva anticipato in Sicilia l’esperimento politico del compromesso storico con il PCI e anche quando, in seguito all’assassinio di Aldo Moro, fu isolato politicamente, proseguì il suo tentativo di modernizzare con azioni concrete la macchina amministrativa siciliana e di rendere trasparenti gli appalti pubblici, ben consapevole di intralciare in questo modo gli affari della mafia. Il suo piano urbanistico pose fine alla speculazione edilizia che, negli anni precedenti la sua presidenza, aveva devastato Palermo.

Quali sono i tratti distintivi dell’uomo pubblico e dell’uomo privato?

Il coraggio, il parlare in modo diretto e non in “politichese” come facevano quasi tutti gli esponenti democristiani dell’epoca. E soprattutto la concretezza e la modernità della sua azione politica. Era uno che alle parole faceva seguire i fatti. Con una suggestione, si può dire che politicamente Piersanti Mattarella sia stato il John Fitzgerald Kennedy siciliano. Nel privato tutti ci hanno raccontato che era una persona solare che si circondava di amici sinceri e rifuggiva dagli adulatori. Ha amato un’unica donna e ha sacrificato buona parte della sua personale felicità in nome del popolo italiano. Anche per questo ci è sembrato giusto e doveroso ricordarlo alle nuove generazioni.

Questa la programmazione prevista:

VITTORIO OCCORSIO di Gianfranco Pannone
in onda lunedì 4 settembre in seconda serata su Rai 1

PIERSANTI MATTARELLA di Maurizio Sciarra
in onda martedì 5 settembre in seconda serata su Rai 1

MARCO BIAGI di Gianfranco Giagni
in onda mercoledì 6 settembre in seconda serata su Rai 1

NATALE DE GRAZIA di Wilma Labate
in onda giovedì 7 settembre in seconda serata su Rai 1

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