Premessa. Io non sono leghista, piddino, forzista, penta stellato, centrista, radicale, verde, giallo o blù… (rossonero si!). Non sono assolutamente un qualunquista ma cerco di non farmi influenzare dalle mie opinioni quando scrivo. Nessuna sponsorizzazione occulta quindi in questo mio scritto. Guardate, vi prego, alla luna e non al dito che la indica. Dito che in questo frangente è la mia tastiera.
Emanuele Fiano è un parlamentare del PD. Uno che pesa alla Camera dei Deputati. Non è uno dei cosiddetti peones, ma è un esponente di primo piano nella compagine renziana. Ha la personalità giusta per fare il frontman quando si devono affrontare con fermezza i temi più delicati, quelli che spaccano, quelli che scatenano azioni e reazioni anche borderline. Non me vorrà Fiano, ma non posso non notare che ha anche un’altra caratteristica. Riesce a risultare a pelle antipatico a moltissime persone che lo vedono per la prima volta, sui social oppure in televisione. Ed infatti è uno dei bersagli preferiti degli haters da tastiera e dei militanti di base delle opposte parti politiche. Probabilmente lo è perché parla con pochi ammortizzatori verbali e punta sempre al cuore del problema. Atteggiamento onesto ma pruriginoso. E poi, in video sorride troppo poco alle telecamere. Lo conosco un cicinin essendo di Milano e rossonero come me ed avendolo intervistato (per i non milanesi un cicinin significa … un pochino) e posso dire che invece è un uomo cordiale anche se non particolarmente espansivo, ed è un uomo decisamente ironico.
Allora, come dicevamo, Fiano è per moltissime persone uno dei più illustri iscritti – suo malgrado – al club “ i più odiati dagli italiani”, insieme alla Boldrini, alla Fornero etc etc. Ultimamente si è fatto promotore di una legge che rende illegale la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli fascisti etc etc.
Facciamo così. Riportiamo integralmente il testo della proposta di legge, così non lasciamo adito ad interpretazioni sul testo stesso:
“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque propaganda i contenuti propri dell’ideologia del Partito fascista e del Partito nazionalsocialista tedesco, ovvero dei relativi metodi sovversivi del sistema democratico, anche attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero fa chiaramente propaganda richiamandone pubblicamente la simbologia o la gestualità, è punito con la reclusione da 6 mesi a un anno.
La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici.”
Non l’avesse mai fatto. Il web, i giornali, i social si sono riempiti di commenti ironici, di commenti crudi, di attacchi politici e personali. I meme sono fioriti come primule a primavera. Se ascoltiamo queste voci Fiano vorrebbe demolire gli obelischi del ventennio. Abbattere il quartiere Eur, demolire la Stazione Centrale di Milano. Radere al suolo Latina (ex Littoria), Sabaudia, Pomezia e Guidonia. E si dice, vietare per legge il colore nero per vetture motocicli. E meno male che gli italiani disegnano male, altrimenti avremmo il web pieno anche di novelli Vauro o Krancic (che però deo gratias oltre ad una bella mano hanno anche un bel cervello ed un senso della satira molto sviluppato).
Ovviamente ai più queste sparate del web sono subito apparse affidabili quanto le migliori fake news, ma purtroppo qualche benpensante se ne è servito per fare battaglia d’opinione.
Era già da qualche giorno che pensavo di contattare Emanuele Fiano per sentire e riportare un suo commento diretto. Ma due ore fa ha pubblicato direttamente lui una nota a margine su FB. Bene mi ha risparmiato una telefonata, nel giorno che abitualmente amo dedicare alla famiglia ed al mio Milan.
Riporto le sue parole.
Questo è il testo della mia Legge, parliamo di questo, non di altre interpretazioni.In questo testo di Legge approvato alla Camera non c’è nessun riferimento alla libera espressione di un opinione, giustamente difeso dall’Art. 21 della Costituzione. Se uno oggi in Italia o domani qualora fosse approvata questa Legge, si dichiarasse fascista, non infrangerebbe nessuna legge, starebbe esprimendo la sua opinione, sarebbe all’interno di uno dei cardini della Democrazia.
Se domani qualcuno comprasse o vendesse, francobolli dell’epoca o bottiglie o busti, ma per scopo personale, non starebbe facendo propaganda, non ricadrebbe in questa Legge.
In questo testo di Legge, non c’è nessun riferimento a beni culturali o architettonici, di qualsiasi tipo, né alla cancellazione di scritte o altro. Non propongo e non voglio cancellare niente. Non è il mio pensiero. Mi interessa la propaganda fascista non altro.
In questo nostro tempo in cui un contesto sociale fragile e disagiato, con tanti problemi irrisolti, produce rabbia e protesta, io voglio impedire che antiche cattive lezioni propongano ancora le loro terribili soluzioni.
Per quanto riguarda chi mi dice che ci sono altre priorità, rispondo che nel corso di questa legislatura sono stato relatore della Legge sulla riforma del PA, sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, sulla riforma costituzionale, sulla Legge elettorale, sul riordino delle carriere delle FFOO, dei VVFF, ho seguito la Legge antiterrorismo, la legge per il contrasto alla radicalizzazione islamica, la Legge sulla Sicurezza Urbana, la Legge sull’immigrazione Minniti-Orlando, la legge sul conflitto d’interessi, la Legge sui Partiti. Due anni fa ho presentato questa Legge. Dirmi che non mi occupo d’altro è folle.Detto questo, il compito di contrastare la propaganda di valori legati a quelle ideologie, che la nostra costituzione contrasta, può essere assolto unicamente con dei divieti ?
Certo che no. Sono la cultura, la formazione e la capacità politica di soluzione dei problemi che devono offrire l’antidoto più determinante in questo campo.
Questo vuol dire che allora non c’è bisogno di alcun divieto ?
Non è la mia opinione.
In 72 anni in Germania è rinata una delle nazioni più forti del mondo, la Democrazia tedesca prima nella parte Ovest, con la sua classe dirigente socialdemocratica, ha associato dall’inizio del dopoguerra in poi, una grande capacità di investimento culturale e politico sulla Democrazia ad alcuni ferrei limiti al propagarsi della cultura neonazista. Nessuno ha mai pensato che ciò fosse lesivo della Libertà o della Democrazia.
A chi mi risponde che questo divieto già esisteva rispondo che non è così. La Legge Scelba punisce l’apologia di fascismo ma solo nel caso si riferisca ad un progetto di ricostituzione del partito fascista. Oggi il nostro paese conta troppi episodi di propaganda fascista di persone che non hanno nessuna intenzione di organizzare un Partito, e allora ? Gliela lasciamo fare ?
Io non sono ossessionato dal fascismo. Anzi vorrei personalmente uscire dalla dinamica di contrapposizione permanente tra parti. Lo auspico, ma questo può avvenire solo con un lavoro culturale e pubblico di grande profondità, onesto, che faccia quello che in Germania hanno fatto sul Nazismo. La capacità autentica da parte di tutti di guardare alla Storia con onestà.In Italia la conclusione del fascismo e del coinvolgimento degli apparati dello Stato si celebrò con una famosa amnistia. Una cancellazione.
È invece un discorso su questo paese e la sua storia che sarebbe più utile, invece che qualsiasi cancellazione.
La Libertà di espressione di ognuno di noi non si tocca certo, ma va appunto difesa dalla propaganda di quelle ideologie che vorrebbero negarla, giacché noi rimaniamo figli della definizione di Matteotti, che li fascismo non fu un’idea, ma un crimine. Difendiamo la libertà, difendiamoci dai crimini.
SIC ET SIMPLICITER.
SIC ET SIMPLICITER. Io non aggiungo alcun commento, positivo o critico. Il suo pensiero si può condividere, si può criticare, si può osteggiare con ogni mezzo democratico, si può rilanciare cum laude.
Ho deciso di riportarlo solo perché da cronista odio senza mezze misure le fake news e le pseudo testate che distribuiscono spazzatura, animate da falsi giornalisti che pensano che il termine deontologia professionale rappresenti un ingrediente per lo sformato di vitello alla bulgara. Buona domenica.